Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nel centrodestra il Pdl è ancora diviso

Fonte: L'Unione Sarda
16 febbraio 2010

Al vertice di maggioranza Udc e sardisti confermano: alle amministrative restiamo nell'alleanza



La lunga giornata del centrodestra sardo si chiude con due risultati: la coalizione potrebbe scendere in campo compatta, senza divisioni, alle prossime amministrative, mentre il Pdl, dopo cinque ore di confronto interno, non ritrova l'unità ma tutti proveranno a ricomporre la frattura, nelle prossime settimane.Il coordinamento, tuttavia, perde un pezzo, con le dimissioni del deputato Bruno Murgia.
VERSO IL VOTO Al vertice dei partiti di maggioranza gli occhi erano puntati su sardisti e Udc, forze politiche che in alcune province, o centri di “peso”, potrebbero correre con il centrosinistra. Per il Pdl c'erano i parlamentari Mariano Delogu e Salvatore Cicu, per l'Udc i consiglieri regionali Giorgio Oppi e Nello Cappai, per i Riformatori il coordinatore regionale Michele Cossa, quindi il segretario del Partito sardo Giovanni Colli e il delegato Pietro Sanna, il leader dell'Uds Mario Floris, il numero due nazionale dell'Mpa Franco Cuccureddu e il presidente di Sardegna Socialista Raffaele Farigu. L'obiettivo inseguito dai vertici del Pdl è quello di presentarsi alle urne con lo stesso gruppo, ipotesi che anche l'Udc e i sardisti hanno condiviso, con la speranza di incontrare lo stesso favore degli elettori nei 181 Comuni e nelle otto Province, registrato un anno fa. L'appuntamento è fissato fra sette giorni, lunedì prossimo dovrebbe essere il giorno decisivo per misurare la tenuta dell'alleanza: le indiscrezioni raccontano di accordi già chiusi, a livello locale, fra alcuni partiti della coalizione di centrodestra e l'opposizione. Magari su piazze dove il successo è assicurato o si esce da una buona esperienza amministrativa. Ma nel corso del vertice, Pdl e Riformatori hanno ribadito che non sarà permesso di giocare su due tavoli: «L'alleanza non cambierà», ha ribadito Delogu.
DENTRO IL PDL E per il senatore, la giornata è proseguita nel pomeriggio con il coordinamento regionale del Popolo della libertà. Cinquanta presenti su cinquantanove, le due anime del partito ben rappresentate, le distanze che restano seppure il tono del comunicato ufficiale dipinga uno scenario di grande armonia. Certamente condiviso da tutti il passaggio su Ugo Cappellacci, presente alla riunione dopo sei ore di confronto con le parti sociali: «I vertici del partito rilanciano l'azione condotta dal governo regionale, in stretto legame con l'esecutivo nazionale, per affrontare e risolvere le emergenze senza trascurare la proposta di sviluppo e di un nuovo Piano economico per la Sardegna». Il sostegno alle piccole e medie imprese, al mondo dell'agricoltura, una mini-rivoluzione del sistema del credito, su questi tre cardini si appoggia il progetto del più grande partito della Sardegna, chiaro segnale a un elettorato confuso da una crisi implacabile e da questa spaccatura mediaticamente forte: «È questa la vera partita che il Pdl, con in testa il presidente Cappellacci e la sua giunta, sta giocando sin dal primo giorno del suo mandato ed è a questa iniziativa e a queste proposte nuove che si dedica l'intera classe dirigente del partito, supportata dall'azione dei parlamentari, dei consiglieri regionali e provinciali e di tutti i sindaci e amministratori locali».
Alla frangia dei dissidenti dalla linea politica e gestionale del partito, Delogu ha ribadito che lui è sempre disponibile per un incontro, ma sempre con il coordinamento schierato e mai «con fazioni», dichiarandosi uomo dell'unità e non delle divisioni. Emilio Floris, il senatore Fedele Sanciu e il consigliere regionale Ignazio Artizzu hanno confermato le posizioni del gruppo di minoranza del Pdl. Il dato positivo è che ci si è guardati in faccia, senza confrontarsi a mezzo stampa. Il deputato (ex An) Bruno Murgia, nel corso dell'incontro, si è dimesso dal coordinamento regionale, decisione che aumenta il divario fra i due schieramenti.
Il coordinamento regionale «vuole superare ogni logica di divisione e attivare tutti gli strumenti necessari per appianare e risolvere i motivi di apparente contrapposizione, che devono essere ricomposti all'interno di una dialettica patrimonio di un partito grande e nuovo: il Popolo della libertà». Con le elezioni fra tre mesi, è meglio fare in fretta.
ENRICO PILIA

16/02/2010