Rassegna Stampa

Il Sardegna

Cantieri infiniti, imprese cacciate il brutto pasticcio di via Podgora

Fonte: Il Sardegna
15 febbraio 2010

San Michele. Rescisso il contratto con la ditta napoletana Di Vieto: opere affidate nel 2005 e mai concluse

Finora spesi quasi due milioni del Comune. Serve una nuova gara, residenti esasperati

Ennio Neri ennio.neri@epolis.sm ¦

Stop al cantiere fermo. Con un colpo di carta di bollata, il Comune rescinde il contratto con l'impresa che stava completando i lavori partiti nel 2005 e già lasciati a metà dalla ditta aggiudicataria dell'appalto: da 1 milione e 795 mila euro per la sistemazione di otto palazzine di via Podgora. E la strada dietro la chiesa della Medaglia miracolosa ancora oggi si presenta come un cantiere aperto: palazzi impalcati o senza intonaco, materiale edilizio ovunque e perfino i silos del cemento davanti alle finestre di alcuni abitanti. E ora servirà un nuovo appalto per terminare i lavori.
GLI ULTIMI giorni di gennaio il Comune ha dato mandato all'impresa di rimuovere le impalcature che da anni circondano i palazzi, in caso contrario provvederà il Comune addebitando all'impresa il costo dell'intervento. L'appalto se l'aggiudicò nel 2005 l'impresa napoletana Di Vieto. Anni di lentezze continue, accompagnate dalle proteste vibranti dei residenti. E ora «siamo in fase di rescissione del contratto», spiega l'assessore ai Lavori Pubblici Raffaele Lorrai, «ci restano a disposizione 320 mila euro per sistemare l'ultima palazzina che manca per completare l'intervento ». Gli abitanti, la circoscrizione e alcuni consiglieri comunali da anni lottano per la rimozione di ponteggi e attrezzature da cantiere che da anni soffocano la strada. «C'è una palazzina, quella di via Podgora 2, picconata e rimasta senza intonaco », accusa Marisa Depau del gruppo misto, «e in altre due i edifici i lavori non sono mai partiti». Inferociti i residenti. «Durante le feste in maniera del tutto spontanea», racconta Maria Luisa Marongiu, figlia di un'abitante della zona, «un gruppo di residenti ha smontato le impalcature che da anni costituivano un invito per i ladri della zona». Più difficile spostare i tre giganteschi silos per impastare il cemento. «Sembrava che la seconda impresa stesse lavorando bene», prosegue la Marongiu, «peccato, anche perché impiegava personale della zona». «Da anni non è cambiato nulla», accusa Rosa Bassu, consigliere Udc a Sant'Avendrace, «e il materiale da cantiere sparso ovunque contribuisce a degradare la zona». I lavori in via Podgora era finito nel vortice delle polemiche per alcune lavori, non previsti dal capitolato d'appalto e dal progetto, che l'impresa aveva effettuato all'interno delle abitazioni. E ORA è in arrivo un altro finanziamento da 2 milioni e mezzo. Soldi per la “manutenzione straordinaria nel complesso Erp di via Podgora, via Ardenne, via La Somme, via Laghi Masuri, via Carnia, via Bosco Cappuccio, piazza Verdun e via Ortigara”. I fondi fanno derivano da un finanziamento regionale più ricco (quasi 8 milioni di euro) destinato all'inizio alla costruzione di nuovi alloggi popolari. La Corte dei Conti ha criticato la vicenda, bollandola come “intricata e oscura”. ¦


Opinione

Decidano i condomini
Marisa Depau
CONSIGLIERE COMUNALE GRUPPO MISTO
I lavori comunali nelle case popolari hanno sempre creato difficoltà. La gara richiederebbe tempo: meglio cambiare procedura. Diamo mandato ai condomini di esaminare più offerte, scegliamo quella più conveniente e il Comune pagherà la fattura a fine lavori. Potremmo concludere in sei mesi.


La stranezza
Appalto pubblico e lavori per i privati ¦
¦ In via Podgora i lavori per conto del Comune non sono finiti. Conclusi sono invece quelli effettuati dalle imprese (ora fatte fuori) all'interno di appartamenti che con l'appalto non avevano niente a che fare. «Per pacifica convivenza col quartiere», aveva spiegato il direttore dei lavori nella seduta della commissione Lavori pubblici del 25 giugno dell'anno scorso, sono state eseguite delle opere non previste nell'appalto. «A totale carico delle imprese», spiegò allora il tecnico ai consiglieri comunali presenti. A sei mesi di distanza il paradosso è evidente: mentre chi ne ha diritto si trova con la casa a pezzi, chi non ne aveva ha usufruito della manodopera reclutata per conto del Comune e si trova i balconi messi a nuovo. Il geometra aveva tenuto a precisarlo: non c'è stata nessuna spesa ulteriore per le casse comunali. Restano aperte alcune questioni: come mai i muratori che dovevano eseguire i lavori si dedicavano a interventi privati che esulavano dalle loro mansioni? Questo andazzo può essere stato causa del mancato rispetto dei tempi di consegna? Quanto è vero che le casse pubbliche non ne hanno risentito? Domanda, quest'ultima, che una risposta forse l'ha già trovata: centinaia di migliaia di euro spesi, ristrutturazioni non concluse e una nuova spesa in vista. (e.f.)