Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«È la soluzione che aspettavamo Lì non era più possibile vivere»

Fonte: L'Unione Sarda
9 febbraio 2010

I senegalesi. Parla il responsabile dell'ufficio stranieri della Cisl 



Che qualcosa sia cambiato, lo si capisce fermandosi pochi minuti di fronte al cemento armato sgretolato dell'ex Edem Sarda: il via vai non è più quello di poche settimane fa, del centinaio di occupanti abusivi è rimasta più o meno la metà. L'aria che si respira è però sempre la stessa forse un po' più tesa. Perché se 42 segalesi troveranno pronti gli alloggi messi a disposizione dalla Caritas, rimarrà comunque una percentuale - non bassissima - di clandestini che dovrà abbandonare la vecchia fabbrica di Giorgino e, al momento, non ha alternative. E l'umore generale non è dei migliori. Nessuno, in viale Pula, è disposto a parlare. Anche provare a seguire i quattro immigrati che ieri sono andati a visitare le nuove case di Cagliari e Quartu, significa ottenere musi duri e minacce.
La delegazione, guidata da Kala, l'uomo a cui tutti fino al mese scorso raccontavano di pagare un affitto (70 euro al giorno) non è disponibile ad accogliere i cronisti nel tour. E lo dimostra bloccando facendo scendere due ragazzi dalla macchina, che con qualche insulto invitano a non seguire l'auto.
«SOLUZIONE ATTESA DA TEMPO» Ma ormai tutto è pronto per lo sgombero, che Abdou Ndiaye, responsabile dell'ufficio immigrazione dell'Inas Cisl, commenta positivamente: «È la soluzione che aspettavamo da tempo: in quel posto non era possibile vivere, avevano bisogno di un ambiente pulito e sereno, né avrebbero mai potuto trovare da soli un alloggio, sia perché i prezzi sono alle stelle sia perché i proprietari hanno paura e non si fidano».
«È LA PUNTA DI UN ICEBERG» Lo stabilimento industriale occupato, però, non è l'unico caso a preoccupare i mediatori culturali. «Giorgino è la punta di un iceberg: si è risolto il caso di una quarantina di persone (altre venti sono al momento in Senegal, un'altra ventina ha trovato sistemazione tra Iglesias, Carbonia e Ussana) ma ci sono ben 800 senegalesi nel cagliaritano che cercano una casa come d'altra parte marocchini, pakistani, cinesi». Ancora: «Vorremmo che Giorgino aprisse la strada per affrontare il problema nel consiglio per l'immigrazione e nella consulta con politiche socio-assistenziali mirate: alle amministrazioni chiediamo che vengano rivisti i bandi di Area in modo che all'assegnazione delle case popolari partecipi anche una minima percentuale di immigrati. Sarebbe un segnale di apertura verso questi soggetti più deboli, visto che si parla tanto di integrazione». ( m.r. )

09/02/2010