Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cagliari non può dare i nullaosta

Fonte: La Nuova Sardegna
9 febbraio 2010

MARTEDÌ, 09 FEBBRAIO 2010

Pagina 4 - Sardegna



Manca l’ufficio competente in tema di paesaggio



Il Comune capoluogo bocciato dalla Regione insieme a Oristano

CAGLIARI. I comuni di Esterzili, Escolca, Curcuris, Gonnoscodina, Gadoni, Loiri Porto San Paolo, Nulvi e Tula sono fra quelli autorizzati dalla Regione a decidere sulla concessione alle imprese immobiliari dei nullaosta paesaggistici indispensabili per realizzare case, villaggi e hotel. Cagliari non è compresa nell’elenco: è con Oristano il solo capoluogo di provincia a non poter esercitare quella che tecnicamente si chiama «funzione autorizzatoria delegata in materia di paesaggio». In pillole, gli uffici dell’amministrazione comunale guidata da Emilio Floris non possiedono, come risulta nel bollettino ufficiale della Regione del 18 gennaio scorso «i requisiti di organizzazione e di competenza tecnico-scientifica richiesti dall’articolo 146 del Codice Urbani». Per questo Cagliari, come Oristano, è fuori dall’elenco e potrà rientrarci soltanto quando avrà dimostrato alla Direzione regionale tutela del paesaggio di aver sanato le lacune tecniche e organizzative che hanno provocato l’esclusione.
La prima conseguenza della clamorosa bocciatura potrebbe riguardare da vicino la spinosissima questione dei nullaosta paesaggistici per il piano di edificazione su Tuvixeddu-Tuvumannu, sul quale infuria una dispendiosa battaglia giudiziaria: l’accoppiata gruppo Cualbu-Comune di Cagliari da una parte, Sovrintendenza ai beni paesaggistici-associazioni ecologiste dall’altra. Il 5 febbraio scorso il Consiglio di Stato ha bocciato definitivamente i nullaosta concessi nell’agosot 2008 dal comune di Cagliari al costruttore: a decretarne l’annullamento era stata la Sovrintendenza, che poi aveva perso il primo round della controversia davanti al Tar. Senza quelle autorizzazioni i lavori sul colle punico non possono andare avanti, ma Nuova Iniziative Coimpresa potrebbe ripetere la procedura autorizzatoria per ottenere due nullaosta motivati secondo le indicazioni dei giudici amministrativi. Solo che al prossimo giro non sarà più il Comune a valutare le richieste perchè la Regione l’ha escluso. La decisione passerà quindi in esclusiva alla Sovrintendenza, il cui parere già di per sè vincolante in base alle nuove regole d’ora in poi risulterà insuperabile. Ed è molto difficile - questa è l’opinione diffusa tra i giuristi - che gli uffici ministeriali possano smentire anni di battaglie giudiziarie ad ogni livello, combattute per fermare l’avanzata del cemento attorno all’area archeologica punico-romana: l’orientamento ormai definito negli uffici della sovrintendenza è di opporsi con ogni mezzo al progetto Coimpresa e l’ormai accertata presenza di 1166 sepolture scoperte dopo l’imposizione del primo vincolo - quello del 1997 - e comunque dopo l’accordo di programma del 2000 sembra confermare la necessità di rivedere radicalmente anche il contenuto dell’intesa. Per l’Avvocatura dello stato, che ha rappresentato in giudizio la Sovrintendenza, a Tuvixeddu non ci sono più le condizioni per autorizzare la costruzione di palazzi, ville e strade: questa tesi è stata sostenuta più volte davanti al Tar e davanti al Consiglio di Stato. Per di più il Codice Urbani ha stabilito nuove norme e malgrado le dichiarazioni dell’ex sovrintendente archeologico Vincenzo Santoni sono radicalmente cambiate anche le condizioni del sito storico. (m.l)