Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il Genio del Colle si vendica

Fonte: La Nuova Sardegna
8 febbraio 2010

LUNEDÌ, 08 FEBBRAIO 2010

Pagina 3 - Fatto del giorno

DALLA PRIMA PAGINA






GIORGIO TODDE
Però i luoghi, alle volte, si vendicano di chi non li ama e li viola perfino. Tuvixeddu, come tutti i camposanti, rappresenta uno spaccato perfetto della società dei vivi. E la società di noi cagliaritani viventi, di cui resterà memoria in un altro camposanto, è compiutamente raccontata da Tuvixeddu.
Basta un’occhiata curiosa alle vicende del colle e all’avvilente periferia intorno per capire cosa è accaduto. Non c’è necessità di intercettazioni o di racconti dei giornali. È sufficiente guardare la trasformazione dei luoghi per comprendere che quando nel governo di una città si perde la possibilità di distinguere tra chi amministra e chi imprende allora non c’è più la condizione di un Buon Governo perché questa confusione è profondamente contraria al Pubblico Interesse che è l’opposto dell’interesse di pochi.
E nel caso della necropoli deve essersi rifugiato in qualche sepolcro, magari in uno dei mille e più negati da un ex Sovrintendente benché quelle sepolture fossero certificate proprio dai suoi uffici.
Il progetto edificatorio ha di fatto impedito che oggi l’intero colle non sia integralmente vincolato e protetto anziché costruito. Il progetto, e non i suoi oppositori, impedisce che il luogo venga visitato, ammirato e praticato. L’ha chiesto per vent’anni quel sovversivo di Lilliu.
Non sarebbe stato questo l’unico modo di tutelare l’Interesse Pubblico? Il valore della necropoli non è calcolabile e non è solo materiale, ovvio, ma il progetto che insidia Tuvixeddu è concentrato su calcoli materiali e sul valore di molti mattoni. La Costituzione sancisce che i valori del Paesaggio precedono quelli dell’impresa.
Il colle sarebbe stato un formidabile attrattore culturale mentre è certo che le centinaia di appartamenti che vi si vuole edificare non attrarranno turisti per fotografarli. Un capitombolo del Pubblico Interesse.
Ma il Genio dei Luoghi di Tuvixeddu è dispettoso e troppe gliene hanno combinato. Un’impresa “regala” al Comune un’area, quella del Parco, priva di qualsiasi valore edificatorio perché c’è un vincolo assoluto. Il Genio si è sentito deriso. Ha sopportato progetti strampalati, architetti di cattivo umore, uffici che dichiarano come il progetto di Tuvixeddu sia coerente con il paesaggio urbano circostante, ossia con la periferia che lo asfissia. Il mondo a testa in giù. Amministrazioni che promuovono strade, tunnel, parcheggi, rotatorie a pochi metri dal sito unico al mondo. Uno stravagante parco con fioriere sopra i sepolcri e, nello stesso tempo, archeologi che spiegano come il colle non sia ancora tutto studiato. No, non si vede nessuna traccia del Pubblico Interesse. Perso di vista, forse scomparso. E il Genio ha perso la pazienza.
Ora, come una maledizione del Faraone, il Genio cerca le sue rivincite con chi ha turbato la pace dei morti e la bellezza dei luoghi. Rimescola i fatti dai quali, come sempre accade quando li si rimesta, viene fuori di tutto. E le vicende assomigliano sempre di più ad un torbido noir che raffigura con precisione la città.