Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il sindaco Floris: «Sono favorevole Farei un presidio fisso a Sant’Elia»

Fonte: La Nuova Sardegna
16 giugno 2008

DOMENICA, 15 GIUGNO 2008

Pagina 3 - Fatto del giorno

Il capogruppo Pd in Comune:«Spero che il primo cittadino stia scherzando»




LE POLEMICHE Milia:«In Sardegna non c’è emergenza»

ANDREA MASSIDDA
________________________________________

CAGLIARI. C’è chi immagina situazioni «cilene», con le strade della città attraversate da camionette verdi e i passanti, impauriti, che accelerano il passo verso il portone di casa. Ma c’è anche chi, al contrario, trova l’idea dei cosiddetti pattugliamenti misti (le ronde notturne formate da poliziotti e soldati) un ottimo sistema per combattere la criminalità: sia quella «micro» sia quella organizzata.
Il decreto legge sulla sicurezza sarà discusso al Senato da martedì, ma le polemiche sull’emendamento proposto dai ministri Roberto Maroni e Ignazio La Russa (rispettivamente, Difesa e Interno) sono già iniziate. Anche a Cagliari, visto che la città è compresa tra quelle che potrebbero essere interessate al progetto. Tutti, però, pur esprimendo un parere di massima, attendono che si conoscano bene ruoli e funzioni dell’esercito impegnato nel controllo del territorio.
Tra chi resta in attesa di chiarimenti c’è anche Emilio Floris, sindaco del capoluogo. «Aspetto di conoscere i dettagli del progetto direttamente dal ministro dell’Interno o dal prefetto Salvatore Gullotta - spiega il primo cittadino di Cagliari -. È importante sapere, ad esempio, quanti dovrebbero essere questi soldati che arrivano in città. E per quali finalità precise verrebbero inviati qui. Tuttavia posso anticipare che l’iniziativa mi piace. Penso che con un certo numero di unità si possa ripristinare la sicurezza nelle zone “calde” e assicurarne ancora di più in quelle già tranquille».
L’idea forte di Floris? «Creare un presidio fisso di soldati a Sant’Elia e in altri quartieri a rischio della città». Ipotesi che però lascia letteralmente sconcertato Ninni Depau, capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale: «Un presido militare a Sant’Elia? Francamente mi auguro che il sindaco stia scherzando - commenta il consigliere dell’opposizione - anzi spero che Floris si opponga con decisione all’arrivo di militari in città». Per Depau non è soltanto una questione economica (l’arrivo dell’esercito comunque avrebbe un costo). «Trovo che un’iniziativa del genere sia molto pericolosa - continua - anche perché la vista delle le divise dei soldati, sia negli abitanti sia nei turisti, non genera certo sicurezza, ma inquietudine. Poi chiaro - aggiunge Depau - anche noi dell’opposizione abbiamo chiesto spesso stanziamenti ulteriori per garantire maggior ordine pubblico in determinati rioni, ma nel senso che chiedevamo un rafforzamernto dell’organico dei vigili urbani o un commissariato di polizia a Sant’Elia. Altro che soldati. Insomma, mi chiedo se davvero qualcuno sta perdendo la testa. Con questa storia dei militari in veste di poliziotti sembra che si voglia creare insicurezza laddove insicurezza non c’è».
Il colore della divisa non ha alcuna importanza sostanziale. «Ciò che conta è che le fasce più deboli si sentano protette». Così la pensa Ugo Storelli, capogruppo in Consiglio comunale del Partito della libertà, convinto che tutto dipenda dalla corretta comunicazione che accompagnerà il provvedimento del governo. «Capisco che i militari in città possano evocare brutti ricordi - commenta Storelli - ma se si racconta bene alla gente quali sono i compiti che questi sodati dovranno svolgere io credo che non ci sia nulla di sconvolgente. Anzi, ci sarebbe un grande risparmio rispetto a quanto costerebbe assumere duecento poliziotti o agenti della municipale. Poi io sono convinto che un anziano viva molto più sereno se sa che vicino a casa sua c’è un presidio con militari pronti a proteggerlo».
Non la pensa così Graziano Milia, presidente della Provincia di Cagliari. «Sarà - commenta - ma sono convinto che in un sistema democraticio come il nostro ognuno debba svolgere il proprio compito. Voglio dire che l’esercito deve continuare a fare l’esercito, specie ora che è scomparso il servizio di leva e c’è soltanto personale professionista».
Questioni di equilibri molto delicati. «È chiaro aggiunge Milia - i soldati possono essere un valido ausilio per le situazioni di estrema e straordinaria emergenza, come i terremoti, ad esempio. Ma non per quanto riguarda la tutela dell’ordine pubblico. Oltretutto io non vedo affatto, specie qui in Sardegna, un’emergenza legata alla criminalità organizzata, che qui non esiste. Abbiamo semmai una percentuale esagerata di morti ammazzati, delitti che quasi sempre rimangono impuniti. E questo non si può negare. Ma sono fenomeni che riguardano un malessere sociale non risolvibile certo con i soldati. Io ero bambino, ma ricordo l’arrivo dei «Caschi Blu» in Sardegna per combattere il banditismo. Be’, non mi pare proprio che avessero risolto un granché».