Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«L’importante è che non sia un burocrate»

Fonte: La Nuova Sardegna
5 febbraio 2010

VENERDÌ, 05 FEBBRAIO 2010

Pagina 35 - Cultura e Spettacoli


I dubbi di Todde, Madau e Roggio, il saluto dell’assessore Baire




Dopo vari tecnici (architetti, archeologi, storici dell’arte), arriva un manager alla guida della direzione generale dei Beni culturali della Sardegna, in un momento cui sono molte le questioni sul tappeto, dal futuro delle coste minacciate dal cemento alla tutela di beni archeologici ugualmente minacciati (vedi Tuvixeddu). Di seguito alcuni pareri, a cominciare dall’assessore regionale ai Beni culturali Maria Lucia Baire. «È una nomina che va a completare le competenze del settore - dice a questo proposito l’assessore - a beneficio complessivo della tutela del nostro immenso patrimonio culturale, dal momento che già i soprintendenti hanno la qualifica di ingegneri o architetti o sono specialisti in archeologia o storia dell’arte. Mi auguro di proseguire con il nuovo direttore, nel rispetto delle reciproche competenze, un rapporto di collaborazione che la Regione Sardegna, e in particolare l’assessorato dei Beni culturali, ha instaurato in quest’ultimo anno con le soprintendenze. In particolare, guardiamo con interesse al settore della catalogazione per dare immediato avvio al Centro del catalogo informatizzato destinato ad accrescere la conoscenza e la fruizione del patrimonio culturale dell’isola. Un altro tema riguarda l’approfondimento sia della rete museale nel territorio sia del restauro dei tanti beni materiali e immateriali presenti nella nostra regione».
«Non conosco il nuovo direttore regionale, quindi, ovviamente, nessun giudizio. Certo che arriva in un momento difficile - dice Giorgio Todde, scrittore che sui temi della tutela del paesaggio vigila costantemente - - basta ricordare l’atto della Procura di Cagliari sull’affaire Tuvixeddu e il quadro inquietante che ne emerge. L’attuale direttore, Elio Garzillo, è una perdita grave per l’isola che ha bisogno di una grande attenzione al paesaggio, alle coste e ai tesori più a rischio tra i quali la stessa necropoli di Tuvixeddu di cui hanno parlato alcuni tra i maggiori quotidiani europei. Garzillo ha spesso difeso la Sardegna più dei sardi. Spero davvero che il nuovo direttore, la cui nomina è sottoscritta anche dal presidente della giunta regionale, sia attivo quanto il suo predecessore sul fronte della tutela e che sia un esperto di paesaggio. Mi auguro che rifugga dall’idea che l’obbligo di collaborare tra pubbliche amministrazioni si trasformi in un mero controllo e avallo di timbri e bolli in ordine».
«Sconcerta infine - conclude Giorgio Todde - il principio che i ministeri si liberino, con il cosiddetto decreto Brunetta, di personale di provata esperienza e valido, ricordo che l’architetto Garzillo ha poco più di sessant’anni, mentre altre categorie che svolgono ruoli delicati, come medici e giudici, conservano il proprio ruolo sino ad età molto più avanzate, talora preoccupanti».
«Più che entrare nel merito della persona, alla quale vanno i migliori auguri - dice Marcello Madau, archeologo e docente di Beni culturali all’Accademia di Sassari - la nomina mi pare che si inserisca nella logica di questo governo verso il mondo dei saperi. Manager, veri e presunti, e commissari speciali al posto degli specialisti del settore: università, conservatori, accademie, al Colosseo e Ostia antica, oggettivamente con miglior controllo della politica. Spero davvero che la tutela non venga ulteriormente indebolita, che non si trascuri di bloccare lo scempio di Tuvixeddu, ora privata di uno dei suoi ultimi difensori istituzionali, che ritengo un attentato alla memoria e anche all’economia della cultura.
«Mi pare che questa nomina - dice l’architetto Sandro Roggio - sia nel quadro generale dell’indebolimento delle sedi periferiche del ministero dei Beni culturali. Senza voler esprimere giudizi di merito, il fatto che la dirigente non abbia una formazione tecnica rende evidente che non potrà che svolgere un ruolo burocratico, nel senso che non avrà possibilità di entrare nel merito delle questioni che riguardano, per esempio, il paesaggio, che è il tema fondamentale oggi in Sardegna. In questo senso credo che per l’isola la perdita di un architetto di grande esperienza nei Beni culturali come Elio Garzillo sia un fatto grave: aveva in mano pratiche importanti e sarebbe stato opportuno lasciargli completare i procedimenti, come nel caso di Tuvixeddu. E non mi pare ci debba rassicurare che in questa fase arrivi un dirigente che avrà sicuramente grandi competenze sul piano organizzativo, ma nessuna sul piano tecnico». (p.me.)