Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Visita del Papa, sprint finale per l’accoglienza

Fonte: La Nuova Sardegna
16 giugno 2008

DOMENICA, 15 GIUGNO 2008
Pagina 2 - Cagliari



Una lettera di monsignor Giuseppe Mani in attesa della terza visita pontificia



Martedì la conferenza episcopale sarda si riunirà per i nuovi impegni pastorali

MARIO GIRAU
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CAGLIARI. Entra nel vivo la preparazione alla visita del Papa del prossimo 7 settembre. La macchina organizzativa è al lavoro dai primi di febbraio e procede autonomamente perché tutto funzioni al meglio. Tutti sono in fibrillazine, ma anche pieni di entusiasmo.
Ai vescovi interessa che i fedeli colgano il significato del viaggio papale e il messaggio che dal colle di Bonaria e da largo Carlo Felice Benedetto XVI indirizzerà alle popolazioni dell’isola.
Martedì prossimo la Conferenza episcopale sarda si riunirà ancora una volta per definire i nuovi impegni pastorali che attendono i presuli, chiamati a un’evangelizzazione straordinaria in un periodo in cui il clima vacanziero potrebbe distrarre i fedeli. Allo storico evento l’arcivescovo Giuseppe Mani ha dedicato una lettera alla diocesi per la prossima festività dei Santi Pietro e Paolo, principi degli apostoli. Monsignor Pier Giuliano Tiddia, arcivescovo emerito di Oristano, ha, invece, definito in un incontro con gli “Amici del libro” le linee fondamentali dell’insegnamento di Benedetto XVI. Monsignor Mani spiega la prossima visita papale col catechismo. «Il Papa - scrive l’arcivescovo - è il Vicario di Cristo. È il signore Gesù che attraverso lui viene a visitarci, per confermarci nella fede». Una missione pontificia universale, che si ripete uguale in ogni viaggio, ma che in Sardegna avrà un’impronta specifica. «Il papa viene pellegrino alla Madonna di Bonaria - aggiunge monsignor Mani - per rinnovare, dopo un secolo, la scelta del popolo sardo di volere Maria come sua massima protettrice».
Il palco proiettato sulla scalinata, davanti lo scenario mozzafiato del Golfo degli Angeli, a ogni viaggio papale (il prossimo sarà il terzo nel volgere di 38 anni), diventa una cattedra universale. Paolo VI (1970) l’ha usata per proporre un minitrattato di teologia mariana: «Se vogliamo esser cristiani, dobbiamo essere mariani». Giovanni Paolo II (1985) ha ricordato che «la devozione alla Madonna fa parte essenziale dei doveri del cristiano». Sarà così anche per Benedetto XVI. “Impariamo a conoscerlo”, ha detto monsignor Piergiuliano Tiddia agli “Amici del libro”. «Più che a soddisfare la curiosità sul menu papale preparato dalle suore in seminario o sul programma del concerto, se ci sarà, di Claudio Baglioni, prendiamo in mano le encicliche e i discorsi del Sommo Pontefice. Sono una miniera inesauribile - ha aggiunto l’arcivescovo emerito di Oristano - per scoprire lo stile di questo papa, il suo programma di lavoro, le sue preoccupazioni».
In cima ai pensieri di Benedetto XVI ci sono l’attuazione e la comprensione del Concilio Vaticano II, il dialogo col mondo non cattolico e con le altre religioni, il primato della libertà. «Il cardinale Michele Pellegrino - ricorda Tiddia - a proposito del sinodo Vaticano diceva: molti si sono schierati e sono tornati al Vaticano I, altrettanti si sono buttati su un futuribile Vaticano III, pochi sono rimasti col Vaticano II». Il Papa cerca di prendere per mano gli uomini di chiesa, teologi e fedeli per un semplice e programmatico “Torniamo al Concilio”. Quello autentico, scritto sui documenti, senza forzature. La Sardegna città privilegiata. «Benedetto XVI - ha detto Tiddia - aveva in programma di visitare le città non raggiunte da Giovanni Paolo II. Per Cagliari ha fatto eccezione. Un segno di affetto e attenzione verso l’isola e la sua Madonna venerata a Bonaria a cui il Papa è sempre stato devoto».