Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Cartelle pazze? Tasse da pagare»

Fonte: L'Unione Sarda
2 febbraio 2010

Comune. Tributi per le insegne, respinte tutte le contestazioni dei commercianti 

Aipa e dirigente in commissione Finanze: non ci sono errori

Avvisi di pagamento rivisti solo per quel che riguarda la scadenza: chi credeva di poter pagare a ottobre dovrà farlo entro il 15 febbraio.
A chi parlava di “cartelle pazze” la dirigente dell'Ufficio Tributi Maria Letizia Sanna ha risposto in maniera tagliente: «Nessuno è impazzito, si tratta solo di preavvisi di pagamento, emessi secondo legge». Così la riunione congiunta della commissione Finanze e Attività produttive ha da subito perso l'argomento principale che i consiglieri avevano dato l'impressione di agitare: quello di tributi chiesti in maniera arbitraria dall'Aipa, che dal 4 maggio dello scorso anno gestisce la riscossione per conto del Comune.
L'AIPA «Stiamo applicando la norma che prevede che la pubblicità sulle insegne venga pagata entro il 31 gennaio di ogni anno - ha detto Salvatore Unali, dell'Aipa - siamo dovuti ripartire da zero, visto che il precedente gestore non ci ha messo a disposizione nemmeno la banca dati sul dato storico delle riscossioni per questo capitolo. Abbiamo provveduto a effettuare un censimento “ex novo”, definendo una mappa».
LE SCADENZE Il problema è legato a una comunicazione fatta recapitare nei giorni scorsi non solo ai commercianti cagliaritani ma anche a quelli del resto della Sardegna e della Penisola che hanno in città una loro attività: «Per un nostro errore materiale, gli avvisi inizialmente recapitati portavano la scadenza del 31 ottobre, mentre la data giusta era 31 gennaio - ha rivelato Unali - e abbiamo rettificato la comunicazione, portando la data di scadenza al prossimo 15 febbraio».
I COMMERCIANTI Un nuovo intoppo che ha contribuito a far crescere il malcontento dei commercianti, che già nei giorni scorsi avevano contestato le nuove modalità di calcolo imposte dell'Aipa: «Considerano come superficie utile sulla quale far pagare la tassa non solo l'insegna che porta il nome dell'attività, ma anche gli spazi riservati alle marche dei prodotti pubblicizzati», si lamentano gli esercenti in una nota fatta pervenire ad alcuni consiglieri comunali. «Lo facciamo perché così prescrive la circolare ministeriale», si sono difesi dall'Aipa.
GLI INCASSI Sta di fatto che la cifra che si conta di incassare è più che raddoppiata rispetto al passato: si passa da 1,5 milioni del 2007 ai 3,5 attuali. «La Giunta comunale ci deve dare risposte su questo e altro - ha detto il capogruppo Pd Ninni Depau - perché per dieci anni è stato tollerato il modo di fare della Gestor e perché la svolta è arrivata senza nessuna pubblicità nei confronti della cittadinanza». Della vicenda si parlerà presto in Consiglio, visto che sono state annunciate più interrogazioni all'assessore Melis. ( a. mur. )

02/02/2010