Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Nuove accuse per Santoni, prosciolto Soru

Fonte: La Nuova Sardegna
1 febbraio 2010

SABATO, 30 GENNAIO 2010

Pagina 1 - Cagliari



Il pm Caria riabilita la commissione per il paesaggio: era legittima



In archivio le posizioni di Mannoni, Cualbu Salvi e Valeria Santoni

CAGLIARI. Vincenzo Santoni, quand’era sovrintendente archeologico, si è opposto all’estensione del vincolo all’area privata di Tuvixeddu malgrado sapesse che dal 1997 in poi erano state trovate un migliaio di nuove tombe puniche. Reperti che l’obbligavano a rivedere le valutazioni fatte al tempo dell’accordo di programma col quale era stato dato il via libera al progetto Coimpresa. Se da una parte questa certezza maturata dal pm Daniele Caria equivale a nuovi guai giudiziari per Santoni, indagato per tentato abuso d’ufficio e falso ideologico, dall’altra conferma quanto gli oppositori del progetto Coimpresa sostengono da anni: non è vero che la situazione del colle punico è ferma a tredici anni fa, è vero al contrario che l’area storica ha continuato a offrire sorprese ai ricercatori. Che Santoni ha ignorato «omettendo di astenersi in presenza di un interesse patrimoniale della figlia (dipendente di Cualbu ndr) e facendo false attestazioni sui rilevanti nuovi ritrovamenti archeologici successivi al vincolo del 1997 e anche all’accordo di programma».
Caria ha chiesto l’archiviazione per le posizioni di tutti gli altri personaggi coinvolti nelle vicende del colle punico, l’ex sovrintendente archeologico resta l’unico indagato nel procedimento legato alla procedura di vincolo aperta dalla Regione e al progetto alternativo per l’area storica, quello firmato dall’architetto francese Gilles Clement su incarico regionale. Questo significa che il magistrato chiederà presto il rinvio a giudizio dell’ex dirigente ministeriale, ma non è detto che il capo d’imputazione rimanga lo stesso: il magistrato della Procura sta per chiudere gli altri due filoni d’indagine, quello che riguarda i muraglioni abusivi sistemati dal Comune e quello riferito al cantiere Cocco su viale Sant’Avendrace. In entrambe le vicende Santoni ha svolto un ruolo centrale. Di certo però finora c’è soltanto la richiesta di archiviazione per l’ex governatore Renato Soru, l’ex assessore ai lavori pubblici Carlo Mannoni, il costruttore Gualtiero Cualbu, l’archeologa della sovrintendenza Donatella Salvi e Valeria Santoni, la figlia ingegnere dell’ex sovrintendente archeologico. Se per i due amministratori l’accusa era riferita al progetto Clement nel caso fosse stato pagato con denaro pubblico - ma non lo era e l’asse Soru-Mannoni ha agito solo a vantaggio dell’interesse pubblico - la Procura ha lavorato sull’ipotesi che l’ex sovrintendente avesse barattato l’assunzione della figlia in un’azienda di Cualbu con un atteggiamento benevolo nei confronti del piano Coimpresa al momento di discutere in commissione regionale sui nuovi vincoli per Tuvixeddu. Quest’ipotesi - sarebbe stata corruzione, Santoni era un dirigente pubblico - è caduta nel corso delle indagini: il voto favorevole a Cualbu e contrario ai nuovi vincoli c’è stato, manca però la prova che fosse ancorato a quel tipo di accordo. La figlia di Santoni infatti lavorava con Cualbu fin dal 1995, benchè in una conversazione acquisita dalla Procura avesse ammesso: «Quando sono entrata lì non capivo nulla di nulla».
Nella richiesta di archiviazione - 25 pagine ricchissime di riferimenti giurisprudenziali - il pm Caria attacca duramente le decisioni sui ricorsi per Tuvixeddu emesse dal Tar, compresa quella confermata dal Consiglio di Stato che riguarda la nomina della commissione regionale al paesaggio: i vincoli su Tuvixeddu sono caduti sull’illegittimità dell’organismo, che doveva essere costituito con legge regionale. Ma Caria è di parere opposto: non c’è una norma che lo prevede, la commissione di esperti nominata da Soru era legittima. (m.l)