Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'altra metà del palco: realtà, sogni e difficoltà delle donne di teatro

Fonte: L'Unione Sarda
21 gennaio 2010

Cagliari, Ridotto del Massimo



Amori e umori dell'altra metà del palco. Qual è il punto di vista delle donne di teatro, quali aspettative, quali criticità? Se n'è discusso a Cagliari in “Parola di attrice”, un convegno organizzato dalla Compagnia B, in collaborazione con il Teatro di Sardegna e coordinato dalla giornalista Paola Pilia. Sul Ridotto del Massimo, lo scorso martedì, c'erano quattordici tra attrici e registe.
Orgoglio rosa senza pregiudizio, perché ciò che si è condiviso abbraccia lunghe ottiche di vita concreta, di aspirazioni e rinunce dietro le quinte. Alice Capitanio della Compagnia B ha plaudito soddisfatta alla voglia di cooperazione e al confronto di esperienze della serata. Presenti le istituzioni, tra cui la consigliera regionale di Parità Luisa Marilotti che ha sottolineato il ruolo del teatro per rappresentare la condizione vera delle donne reali.
Cosa è cambiato rispetto agli anni Settanta ripercorsi da Maria Grazia Sughi, Maria Grazia Bodio, Isella Orchis, Lia Careddu ed Elisabetta Podda? Accanto alla maggiore emancipazione persistono le note dolenti: conciliazione dei tempi lavorativi con quelli del privato e della maternità e impossibilità per molte di vivere solo di questo mestiere, un lavoro dove le ore di prova non si contano. A volte sono tragitti in solitudine, ma con determinazione. Come per Maria Loi, dietro a stage e corsi perché all'accademia non è potuta andare. Come per Rossella Faa che ha varcato il mare per studiare jazz e trovarsi unica ragazza in una classe maschile.
Via i preconcetti: non c'è differenza a essere diretti da una donna o da un uomo, secondo Miana Merisi. Purtroppo poche le autrici di teatro e che affrontano tematiche difficili, ha sostenuto la regista Susanna Mameli. Artiste, mogli, madri, organizzatrici e contabili, come la regista Maria Assunta Calvisi. Quali tutele, quindi? Boccia il sistema Italia Maria Benoni, che ha vissuto in Francia. Con sensibilità ha richiamato al ruolo femminile: «Non facciamo politica o giornalismo, siamo artiste e dobbiamo stare attente a fortificare questa differenza».
Servono però garanzie, che spesso sanno di enormi conquiste. Ne sono esempio Tiziana Toja e Michela Sale Musio di Lucido Sottile che hanno assicurato la maternità alla socia Ombretta Pisano. Peccato, troppo esiguo il tempo per l'approfondimento: «Faccio l'attrice, la regista, il vicepresidente e ora scappo da una bambina di un anno a cui devo dare da mangiare», ha concluso Alice Capitanio. Si sa, guardare ai minuti è una caratteristica di genere.
MANUELA VACCA

21/01/2010