Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Scuola in crisi, record di dispersione classi affollate e troppi pendolari

Fonte: La Nuova Sardegna
19 gennaio 2010

MARTEDÌ, 19 GENNAIO 2010

Pagina 1 - Cagliari

Il Pd comunale: il quadro è disastroso ma l’amministrazione resta a guardare






ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. La dispersione scolastica in provincia è ai livelli più alti di tutto il territorio nazionale, con punte che sfiorano in alcune scuole anche il ventotto per cento di alunni che rinunciano. Un dato che non meraviglia se si considera, ad esempio, che quasi la metà degli studenti delle superiori di Cagliari sono pendolari. E che questo vuol dire pe tante ragazze e ragazzi passare anche diverse ore in treno o in pullman prima di arrivare a casa propria. Con tutto quello che questo significa per il rendimento scolastico. Molti istituti superiori (soprattutto i professionali) prevedono, inoltre, lezioni, esercitazioni o recupero anche nel pomeriggio, ma senza alcun luogo in cui i ragazzi possano stare durante l’ora di pranzo. Per non parlare della situazione degli edifici scolastici, spesso fuori norma: il 63 per cento necessitano di interventi urgenti, secondo la Cgil.
Un quadro in cui i pesanti tagli all’organico prodotti dalla finanziaria e dalla riforma Gelmini cadono come un macigno, danneggiando l’offerta formativa e il lavoro fatto sino ad ora per arginare la dispersione scolastica. Non solo, tra i 25 e i 30 ann, il numero dei laureati è soltanto del cinque per cento.
Il regolamento nazionale per la riorganizzazione della rete degli istituti prevede che le autonomie scolastiche abbiano almeno cinquecento alunni, ma nell’isola 225 sono al di sotto di questo numero, 50 nella nuova provincia di Cagliari. Discorso molto critico anche per gli edifici: il venti per cento non rientra nei nuovi criteri nazionali. Inoltre il governo aveva promesso che non vi sarebbero stati licenziamenti, ma diverse centinaia di precari non sono stati più nominati e la riduzione delle classi è stata massiccia come conseguenza dell’aumento del numero degli alunni per aula, con un’ulteriore riduzione del personale docente. E questo non farà che aumentare la dispersione scolastica. Un tempo, quando un lavoratore andava in pensione, veniva reintegrato. Oggi non si usa più, nemmeno nella scuola.
In questo quadro di attacco alla qualità dell’insegnanento non ci si deve meravigliare se il ventidue per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni non ha la licenza media, né ci si deve stupire del tasso del diciotto per cento medio di dispersione scolastica tra i 15 e i 18 anni. In provincia, inoltre, nella fascia di popolazione che va dai 25 ai 64 anni, solo il 36 per cento ha in tasca un diploma di scuola superiore, contro il 51 della media italiana e il 69 dei paesi Ocse.
Per questi motivi i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil hanno da tempo chiesto una «repentina inversione di tendenza». Per numero di laureati, l’isola figura al duecentocinquantesimo posto sulle 261 regioni europee e in relazione all’anno accademico 2008/2009, i fuori corso hanno rappresentato il 60 per cento degli iscritti contro la media italiana del 46,8 per cento. Una situazione che secondo il gruppo Pd del Comune, vede la Giunta immobile e incapace di qualsiasi intervento. Stesso discorso per l’università che «viene vissuta come un corpo estraneo alla città». La Giunta non ha mai «saputo - hanno più volte affermato i consiglieri del centrosinistra - elaborare un sia pur minimo progetto». Ultimamente si parla di studentato diffuso, ma «di reale non si è fatto niente e molti temono nuove speculazioni». (r.p.)