Rassegna Stampa

Il Sardegna

Sale la tensione all'Hotel Senegal il Cacip: «Un lager, chiudiamolo»

Fonte: Il Sardegna
15 gennaio 2010

Immigrazione. Gli extracomunitari impediscono l'accesso ai tecnici del Consorzio proprietario dell'ex fabbrica

Il presidente Sanna chiede aiuto alle autorità per poter rientrare nello stabile di Giorgino

Roberto Murgia cagliari@ilsardegnablu.it ¦

Il Cacip rivuole indietro l'hotel Senegal ma gli inquilini si rifiutano di far varcare a chiunque la soglia dell'ex fabbrica di Giorgino. E ora il presidente del Consorzio industriale provinciale di Cagliari, Emanuele Sanna, chiede l'aiuto delle autorità per rientrarne in possesso, «nel rammentare che il Cacip è proprietario dello stabilimento industriale». «Mercoledì mattina - scrive in una lettera - i dipendenti tecnici consortili giunti per verificare lo stato dell'immobile in oggetto, non sono potuti accedere a causa della presenza di numerosi cittadini extracomunitari che gli hanno impedito l'ingresso ». Già a giugno dello scorso anno, ricorda l'ex consigliere regionale, solo grazie alla scorta della polizia municipale, i rappresentanti dell'ufficio di Vigilanza ambientale del Comune, della Protezione civile e della Asl, avevano potuto effettuare un sopralluogo. Allora era stata riscontrata «una situazione di fatiscenza e insicurezza strutturale dell'immobile, ma anche condizioni igienico sanitarie assolutamente fuori controllo e pregiudizievoli per la salute pubblica». Ora, visto che da solo non può costringere i senegalesi a fare nulla, per arrivare a una soluzione del problema, Sanna sollecita l'intervento (immediato) di tutti i soggetti pubblici interessati: il procuratore della Repubblica, il prefetto, il comando provinciale dei carabinieri, la questura, il sindaco, il presidente della Regione e l'assessore regionale all'Industria. La mente corre, inevitabilmente, ai fatti di Rosarno. Ed Emanuele Sanna lo sa bene: «In questi giorni è tornata in primo piano la condizione disumana in cui vivono centinaia di immigrati che hanno trovato rifugio in uno stabile semi diroccato nel cuore dell'area portuale, a Giorgino. Da oltre 10 anni vivono in un lago di liquami e di macerie intrise di amianto e di sostanze tossiche, in una condizione ambientale e igienico sanitaria assolutamente vergognosa e insostenibile. Nonostante l’impegno dei servizi sociali di Comune e Provincia, questo lager non viene chiuso né bonificato, fino a diventare inaccessibile per le stesse istituzioni ». Il presidente del Cacip parla di «discarica sociale che offende la dignità di chi è costretto a viverci. La tradizione civile della Sardegna non può restare indifferente di fronte al dramma dei migranti. In una terra come la nostra non può non esserci un’alternativa più civile rispetto al lager di Giorgino ». Una discarica nella quale - a sentire chi ci vive - non manca niente: «Abbiamo luce e acqua, qui stiamo bene e non ce ne vogliamo andare», aveva detto solo lunedì scorso, Mustafà, 52 anni, l'unico disposto a parlare. Ma fuori dall'edificio. ¦


I dati

Occupato da dieci anni ¦
¦ Da dieci anni l'ex fabbrica di Giorgino, poco distante dal villaggio dei pescatori, è abitata da centinaia di senegalesi, tutti uomini. A Cagliari - sono dati Istat rielaborati dalla Caritas diocesana - vivono 493 senegalesi con il permesso di soggiorno, Solo 23 sono di sesso femminile.

L'irruzione del 2006 ¦
¦ Già quattro anni fa si era parlato di sgombero forzato dello stabile, per consentirne l'usufrutto a imprese di servizi portuali. Nel 2006 i carabinieri avevano fatto irruzione e cinque extracomunitari senza permesso di soggiorno avevano trascorso la notte in una camera di sicurezza della stazione dei militari.