Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I concerti all'aperto disturbati dal vento

Fonte: L'Unione Sarda
4 gennaio 2010

A Santa Croce in pochi hanno sfidato il freddo per ascoltare Rappertorio e Nonsoulfunky, in piazza Savoia si è ballato con il dj Nicola Musu



Il palco di via Roma con Claudio Baglioni è il campo principale. Ma i riflettori sono puntati soprattutto sul derby di Capodanno: chi vincerà tra la “Cagliari da bere” e la “Cagliari da leggere”? Cioè, chi raccoglierà più consensi tra il bastione di Santa Croce dove, normalmente, si radunano i fighetti cagliaritani e piazza Savoia, meta degli intellettuali? Be', si può cominciare subito dal risultato finale: ha stravinto la piazza del quartiere Marina.
IL BASTIONE Certo non per colpa dei Rappertorio e dei Nonsoulfunky, i due gruppi che, in questa ultima notte dell'anno, si alternano sul palco di Santa Croce. Il fatto è che il vento freddo che arriva da nord non incoraggia a stare all'aperto. E poi, questa volta, c'è un'importante defezione nel bastione di Castello: fino allo scorso anno, il nocciolo duro dei festaioli era rappresentato dalle 150 persone che cenavano al Libarium. Per salutare il 2010, invece, il patron del locale Danilo Argiolas ha organizzato il cenone soltanto nel vicino ristorante. E la “Cagliari da bere” si divide tra i vari locali cittadini.
LA MEZZANOTTE Dunque, quando alle 22,30 i Rappertorio cominciano a suonare davanti al palco non ci sono più di un centinaio di persone. Un numero che aumenta con il passare dei minuti grazie agli arrivi di quelli che hanno di deciso di salire a Castello per vedere i fuochi d'artificio. E anche grazie all'arrivo di quelli che, consumato il cenone nelle case del quartiere, scendono in piazza per ballare. Vip cittadini? Arriva solo l'assessore al Personale Giuseppe Farris; lì, però, non è in veste ufficiale: accompagna anche lui moglie e figlio a vedere i fuochi. A un quarto d'ora dall'arrivo della mezzanotte, il cambio della guardia sul palco. E l'inizio della pioggia. I Nonsoulfunky propongono da subito il loro repertorio di cover. Non hanno l'orologio e l'arrivo della mezzanotte li coglie impreparati. Brindisi rimandato ma, se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, sembra decisamente beneaugurante cominciare l'anno con “In the name of love” (“Nel nome dell'amore”) degli U2. La serata decolla, arrivano anche gli spagnoli, armati di bottiglie di plastica d'ordinanza: dentro ci sono improbabili cocktail (come quello formato da tre parti di Coca cola e una di vino rosso dolce).
PIAZZA SAVOIA Nel frattempo, in piazza Savoia, dopo l'esibizione degli Zaman, gruppo reggae sardo-senegalese, sale sul palco il dj Nicola Musu. La piazza è una stracolma pista da ballo. E Musu, con scelte un po' ruffiane, fa ballare tutti. I locali intorno fanno affari d'oro: i bidoni della birra alla spina vengono cambiati a ritmi vorticosi. Tutti felici e contenti? No. «Hanno speso tutto per Baglioni», si lamenta Italo Pau, gestore dell'Ampurias, «e non hanno trovato pochi euro per ripulire la piazza dal guano degli storni». In effetti, il quadro non è idilliaco: se non altro, gli uccelli, spaventati dal rumore, sono scappati via e non bombardano i presenti. Per fortuna, in pochi ci badano. E neanche gli scrosci di pioggia che ogni tanto si abbattono sulla piazza smorzano l'atmosfera di euforia.
CALA IL SIPARIO Almeno sino alle due e mezza. I vigili urbani sono già in zona, pronti a far rispettare l'ordinanza del sindaco che impone lo stop ai festeggiamenti alle tre. Non serve: l'ultimo scroscio di pioggia è quello che sancisce la fine delle danze. Impossibile restare ancora in piazza. In tanti abbandonano: restano da quelle parti, i “bombaroli”, ragazzotti che fanno esplodere i petardi avanzati dalla mezzanotte. Pian piano gli altri defluiscono. Convinti di aver fatto parte della squadra, quella della Marina, che ha vinto il “derby di Capodanno”. E, comunque, accomunati ai “perdenti” di Castello. Perché, per tutta questa gente, l'importante era non stare sotto il palco ad ascoltare Claudio Baglioni.
MARCELLO COCCO

02/01/2010