Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Più turismo per superare la crisi»

Fonte: L'Unione Sarda
28 dicembre 2009

Intervista. Emilio Floris parla di politica, programmi di fine consiliatura e rapporti con la Giunta e il Consiglio regionale
Il sindaco: «Ma servono finanziamenti dalla Regione»

I ben informati dicono che si stia muovendo più o meno sottotraccia con un gruppo di amici e qualche parente per costituire un Pdl sardo. Lui smentisce il partito, non il movimento, inteso come azione di un gruppo di persone che hanno deciso di «contribuire ad imprimere un'accelerazione» sullo sviluppo. Una nuova corrente nel Pdl? «Le correnti, mi fanno venire il raffreddore», risponde. E chiarisce: «Non siamo contro, ma al fianco di Cappellacci. Il fatto è che il presidente ha obiettivi a lungo termine, ma deve averne di più a breve e devono essere più percepibili».
A meno di un anno dalle elezioni regionali Emilio Floris ha deciso di fare il catalizzatore dell'azione politica della Giunta e della maggioranza regionale. Lo fa in un momento di crisi drammatica e nei giorni in cui la Caritas, anche a Cagliari, ha certificato per il quarto anno consecutivo la crescita dei poveri tra gli ex benestanti. «Lo faccio come componente della maggioranza che ha a cuore il destino della città e dell'Isola. Basta campanili, serve un'azione comune: perché se fanno la Sassari-Olbia cresce Olbia ma anche Cagliari, perché se l'industria è in crisi per sostenerla si sottraggono risorse per lo sviluppo a Cagliari o ad altri territori».
Chiaro, ma per questo ci sono la Giunta e il consiglio regionale.
«Sono il sindaco di una città la cui area vasta rappresenta un terzo della popolazione sarda. Cagliari non può non partecipare alla pianificazione e alle scelte politiche. Ho deciso di impegnarmi per contribuire a tracciare un cammino per lo sviluppo».
Perché, le sembra che non ci sia?
«Bisogna dare un segnale forte alla gente. Ugo (Cappellacci) ha tracciato un programma ambizioso a lungo termine ma servono interventi subito».
In quali settori?
«Cappellacci parla giustamente di un modello di sviluppo basato sul turismo. Ma se vogliamo prendere il treno serve rapidità. Tutte le regioni del Mediterraneo si muovono rapidamente per conquistare fasce di mercato, noi meno».
C'è un deficit di promozione?
«La Giunta Soru ha allontanato i turisti ricchi, bisogna lavorare molto e tutti insieme per invertire la rotta. Serve un “Pacchetto Sardegna” che punti sul diportismo, sul golf, sul turismo gastronomico e su quello sportivo, sul turismo equestre, sul folklore e sul trekking».
Fin qui nessuna novità.
«Lo so, ma bisogna mettere a fuoco le idee e dire esattamente che cosa si vuole fare nei prossimi mesi per realizzarle».
Sicuro che non farà un partito?
«No, io e un gruppo di persone che hanno aspettative daremo delle idee».
E chi c'è in questo gruppo?
«Gente che in Consiglio regionale non viene considerata e che ha molto da dire. Gente che non ha solo voglia di lamentarsi e di agire su logiche territoriali ma vuole contribuire a costruire qualcosa».
Parla di coesione ma a Cagliari non riuscite nemmeno a costituire il gruppo del Pdl?
«Solo il 30% dei Comuni italiani l'ha costituito. Il partito non ha dato indicazioni sulle liste satelliti a sostegno di sindaci e presidenti e occorre rivisitare la composizione delle commissioni alla luce dei nuovi equilibri del Consiglio. Chiariti questi aspetti, il gruppo si fa in cinque minuti».
Lei dà suggerimenti a Cappellacci, ma Cagliari in questi anni sembra una città immobile. Che cosa farà in quest'ultimo scorcio di consiliatura per invertire la rotta?
«Gli anni della Giunta Soru per Cagliari sono stati deleteri, molte cose si sono bloccate».
Lei non ha nessuna responsabilità?
«Provi a immaginare la città con un parco urbano di 23 ettari a Tuvixeddu e con un centro storico senza auto e raggiungibile con i percorsi meccanizzati. Forse i cagliaritani avrebbero un'altra percezione e io avrei meno rimpianti».
Ma le scale mobili sulle mura medievali forse erano troppo impattanti.
«Tutto è migliorabile e noi eravamo disposti a intervenire sia su Castello che su Tuvixeddu. I nostri dirigenti si sono sempre messi a disposizione della Regione e della Sovrintendenza per migliorare le cose, ma è stato come parlare con i sordi. Così abbiamo perso tempo e soldi. Vediamo se sarà possibile recuperare».
Anche sullo stadio c'è stato un lungo silenzio e l'accelerazione sembra sia stata impressa solo grazie alla possibilità di fare i campionati europei.
«Volevamo da tempo un impianto nuovo fruibile tutto l'anno anche per gli eventi ed abbiamo atteso che ci fossero le condizioni e un progetto vero».
Lo farete anche nel caso in cui Cellino dovesse rinunciare?
«Lo stadio sarà comunque al centro di un programma di riqualificazione di Sant'Elia, che diventerà un quartiere-simbolo della città».
A proposito di emarginazione, Cagliari è sempre più povera. Che cosa avete fatto e che cosa farete per invertire la tendenza?
«Negli anni in cui è scomparso il lavoro pubblico, abbiamo lavorato per costruire un'alternativa facendo di Cagliari una città turistica a dispetto di chi diceva che non lo sarebbe mai diventata. Abbiamo investito sul Porto canale, sul crocierismo, stiamo lavorando per portare a Cagliari le molte multinazionali che hanno uffici in estremo oriente o in Africa e vogliono trasferirsi in Europa. Servono soldi e attenzione da parte della Regione».
Ma non siete ancora riusciti a sfruttare la risorsa costituita dagli oltre 40 mila studenti universitari e non avete un programma sullo sfruttamento dei beni militari in dismissione, una delle scommesse più importanti per la città nei prossimi anni.
«Noi avevamo un progetto di un campus cantierabile, Soru l'ha voluto cambiare ed è stato bloccato per un eccesso di cubatura. In ogni caso abbiamo più volte illustrato i nostri progetti alternativi».
Generici e a lunghissimo termine.
«Se la Regione ci darà fondi, l'università sarà in primissimo piano. Quanto ai beni militari, potranno diventare uffici comunali e alberghi. Ma ci ragioneremo quando ce li daranno».
Anche il parco di Molentargius, incompiuta storica, aspetta turisti da decenni.
«Anche in questo caso è un problema di soldi».
Servono soldi anche per il parco della Musica che inaugurerete, forse, tra qualche mese?
«La musica da anni è un motore della città e bisogna continuare a investire. Noi investiamo due milioni e mezzo all'anno nel Teatro Lirico, che produce musica, costumi, scene. Il parco sarà anche un grande museo che metterà in mostra tutto questo. Soldi permettendo».
Ma la Finanziaria è già stata approvata.
«Contiamo sul collegato per avere un segnale più chiaro verso Cagliari».
A proposito di risorse: il Poetto, tra ordinanze di demolizione, Piano del litorale che non avete ancora approvato ed i lavori per i sottoservizi che stanno per iniziare rischia di diventare un cantiere deserto.
«Il piano del litorale lo approveremo presto e contiamo di evitare le demolizioni. Quanto al cantiere, quando si vuole realizzare qualcosa di importante bisogna mettere nel conto i disagi».
Come è maturata la scelta di Patrizio Mulas all'assessorato al Patrimonio?
«Di solito chiedo ai partiti una terna di nomi dalla quale attingere. In questo caso è bastato un nome, il suo. Patrizio ha esperienza politica ed ha una carriera esemplare come medico. Chi ha avuto successo nella propria professione si avvicina alla politica per dare non per ricevere».
E l'assessore alle Politiche giovanili?
«Sto approfittando di questi giorni di vacanza per riflettere anche assieme a Carlo Sanjust. Devo decidere anche su altre cose, ad esempio un nuovo accorpamento tra sport e turismo».
Quindi o Nanni Floris perderà l'assessorato o Gianni Giagoni perderà una delega.
«O magari qualcuno avrà un altro incarico, stiamo studiando».
FABIO MANCA

27/12/2009