Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Dobbiamo discutere dello stadio»

Fonte: La Nuova Sardegna
23 dicembre 2009

MERCOLEDÌ, 23 DICEMBRE 2009

Pagina 2 - Cagliari

Maggioranza divisa: Bistrussu e Casu impongono l’argomento all’aula

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Nella vicenda del nuovo stadio l’assemblea comunale «è stata tenuta fuori - lamentano molti consiglieri - tutte le decisioni, compreso l’accordo col Cagliari calcio, sono state fatte senza coinvolgere il Consiglio». Da qui l’imposizione in aula di un dibattito specifico.
Come prevede il regolamento, un gruppo di consiglieri possono raccogliere le firme per iscrivere un argomento all’ordine del giorno dell’assemblea. «Credo che alla cittadinanza debba essere detto come stanno veramente le cose sulla vicenda del nuovo stadio, quello che dovrebbe essere realizzato dopo aver abbattuto l’attuale Sant’Elia», sottolinea Lino Bistrussu (Riformatori), primo firmatario della richiesta di dibattito assieme a Paolo Casu (indipendente del centrodestra).
«Sia chiaro - precisa Bistrussu - nessuno è contrario al nuovo stadio purchè chi lo vuole fare (Massimo Cellino in qualità di presidente del Cagliari calcio) paghi per la concessione. La società dei rossoblu è una Spa e non una società “no profit”. Cellino è liberissimo di fare i soldi ma li faccia partendo dai propri e non da quelli della città. Lui è un imprenditore che fa il suo mestiere. All’amministrazione il compito di difendere gli interessi della collettività». Inoltre «non va dimenticato - continua Bistrussu - che il Sant’Elia, che dovrebbe essere rimosso, tra terreno e struttura vale, in bilancio, circa novanta milioni. Un fatto da non trascurare».
L’attenzione sull’attuale stadio viene evidenziata anche da Casu: «Il problema della rimozione del Sant’Elia - spiega - non è mai stato discusso seriamente in aula. Invece si parla con troppa leggerezza del suo abbattimento». Casu già un anno fa presentò un ordine del gionro in cui chiedeva che l’attuale stadio venisse salvaguardato e inserito tra i beni identitari «in quanto rappresenta una fetta importante di storia non solo dello sport, ma anche del costume e della cultura della Sardegna». E chiese che venisse conservato anche per un utilizzo legato ai grandi eventi. «Un aspetto - continua Casu - che ancora non è stato spiegato è perchè la realizzazione di un nuovo impianto sportivo debba per forza significare la demolizione di quello esistente. Oltre al fatto che la rimozione avrebbe un costo altissimo». Non «è possibile - spiega Ninni Depau, capo gruppo del Pd, anche lui firmatario della richiesta di assemblea sullo stadio - che su un argomento così importante l’assemblea venga tenuta all’oscuro delle decisioni e delle loro implicazioni». Ieri sera in consiglio comunale, il presidente dell’assemblea Sandro Corsini ha annunciato l’uscita di Marisa Depau dal gruppo del Partito democratico e la sua iscrizione a quello misto.