Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Michel Dalberto al Lirico: il piacere del gioco e la sfida della fantasia

Fonte: L'Unione Sarda
28 aprile 2008

Nella sua lunga storia l'opera lirica è apparsa in molte forme. Sull'onda dell'entusiasmo collettivo per arie e romanze, la parafrasi di questo o quel brano diventò nell'Ottocento un esercizio di stile gradito ad autori e ascoltatori. Esercizio giocoso su quello stesso modulo che sopravvive ancora oggi con fortuna nel jazz. Le arie diventano così standard intorno cui esercitare la fantasia. Una creatività che si muoveva sulla scia di un virtuosismo spesso esagerato e mirabolante, cucito addosso alle doti tecniche del compositore-esecutore e alle sue specificità. Insomma una palestra dove dare libero sfogo all'inventiva dei grandi virtuosi. Riprendendo questo fortunato genere, il Teatro Lirico di Cagliari ha inserito nella sua stagione operistica l'omaggio alla parafrasi di brani d'opera nel recital di Michel Dalberto, dedicato, venerdì scorso, alle parafrasi pianistiche di Franz Liszt e Zoltán Kocsis. Un programma irto di difficoltà che Dalberto affronta con la disinvolta sicurezza del grande interprete, raccogliendo la sfida posta da pagine tra le più complesse. Nel variegato repertorio che Liszt elaborò soprattutto per divulgare le opere di Wagner, sceglie passi poco noti, proponendo un'interpretazione personale, ricca di significati impliciti e articolata sul piano formale. Nelle rielaborazioni pianistiche del Tannhäuser o del Tristan und Isolde mette in primo piano la levigatezza del suono, la rotondità e l'intonazione. Un discorso che mira a restituire la profondità del punto di vista di Liszt, senza preoccuparsi troppo di stupire con le mirabilie. Mirabilie che sono tutte negli “Studi d'esecuzione trascendentale” che abbandonano la traccia originaria della parafrasi operistica, rifacendosi più in generale alla descrittività della musica. E in queste pagine di alto impegno Dalberto mostra le sue raffinate abilità, in un'entusiasmante carrellata antologica con in primo piano Harmonies du soir e Chasse-neige . Piace di Dalberto la sua capacità di giocare finemente tra i suoni, alla ricerca di evanescenze perlate. I suoi slanci impetuosi con cui fa correre agile le dita sulla tastiera e la perfetta padronanza del tocco che fanno degli “Studi” episodi da incorniciare. La conclusione è nell'omaggio di Liszt a Verdi con il Miserere dal Trovatore , con il suo lungo rincorrersi di note, la perentorietà del discorso musicale affidata ad estremi espressivi, salutata da lunghi applausi. Specialista del genere a cui ha dedicato una fortunata incisione nel 2004, Dalberto spazia disinvolto tra le pagine di Liszt per riproporle anche nei bis, con un delicato e appassionato Sogno d'amore e poi la Parafrasi del Rigoletto .GRECA PIRAS 27/04/2008