Rassegna Stampa

Il Sardegna

Senegalesi senza casa «Dormiremo in strada»

Fonte: Il Sardegna
14 dicembre 2009

Via Ospedale. Dopo il blitz dei carabinieri gli immigrati contrari allo sgombero: non sappiamo dove andare

Chiedono il rispetto dei loro diritti umani: «È vero,siamo tutti musulmani ma vogliamo solo lavorare e non mettere bombe»

Tommaso Miraglia tommaso.miraglia@epolis.sm ¦

«Non sappiamo dove andare. Se ci mandano via saremo costretti a mettere i materassi in strada e a dormire all'aperto. Noi non facciamo male a nessuno, chiediamo solo che le autorità ci lascino lavorare». Dopo il blitz in via Ospedale 9, attuato venerdì scorso dai carabinieri, gli ambulanti senegalesi sono disperati e pronti a tutto. L'appartamento in cui vivevano una dozzina di persone, tra cui quattro clandestini, è stato messo sotto sequestro giudiziario e oggi sarà sgomberato dai militari, che hanno scoperto documenti falsi e altre irregolarità. Impossibile far finta di niente, la legge è legge e deve giustamente seguire il suo corso. I venditori di accendini lo sanno, ma chiedono comunque di parlare col cronista per spiegare la situazione e tentare di far capire il loro punto di vista. La casa, articolata su due piani, è piena di borse e mercanzia da vendere per la strada. Alcuni materassi sono per terra, c'è disordine ma nonostante la promiscuità non si nota la presenza di sporcizia o di cattivi odori. Si capisce che è un posto dove ci vivono molti uomini, con pochi soldi in tasca e costretti a una esistenza ai margini della società. Devono fare tutto da soli: le loro donne sono lontane e non possono aiutarli. Gli sguardi sono bassi, l'atmosfera è triste.
UNO DI QUELLI che parla meglio l'italiano, Gueye Ndiaw, e figura nella lista nera degli immigrati da espellere, esibisce un contratto di locazione da 6600 euro all'anno e con data di scadenza 31 gennaio 2011. «Finora ho sempre pagato l'affitto, questi sono i miei documenti e come vedi sono in regola. Vogliono buttarci fuori ma noi non sappiamo dove andare: vuol dire che metteremo i letti qui in via Ospedale. Nessuno di noi ha pronta un'altra casa».. I senegalesi si sentono perseguitati, pensano che troppa gente ce l'abbia con loro, a cominciare, dicono, da «un maresciallo che ogni volta ci mette le mani addosso e ci tratta male. Perché? Anche noi siamo esseri umani, chiediamo che i nostri diritti vengano rispettati». «È vero, siamo tutti musulmani, ma non siamo venuti per mettere bombe: vogliamo solo lavorare e mandare i soldi alle nostre famiglie. Clandestini? Il permesso di soggiorno purtroppo non si compra al mercato. Noi qui non chiediamo i documenti a nessuno: se viene un fratello che non sa dove dormire che dobbiamo fare? Chiudergli la porta in faccia? Ci stringiamo ancora e gli diciamo di restare. Siamo troppi? In pochi non potremmo mai pagare l'affitto». ¦