Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Si pensa solo a distruggere»

Fonte: La Nuova Sardegna
14 dicembre 2009

SABATO, 12 DICEMBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari 



Requisitoria anti-cemento di Soru e dei Rossomori



«Si fa edilizia con le buone ristrutturazioni, rispettando la nostra storia e la bellezza»

MAURO LISSIA

CAGLIARI. «Si parla di centro storico, ma col piano casa varato dall’amministrazion Cappellacci i centri storici della Sardegna saranno massacrati. Parlare di centro storico significa parlare di qualcosa che politica e cultura non stanno difendendo ad alta voce, qualcosa che presto sarà distrutto da un nuovo bombardamento».
E’ stato un Renato Soru dall’aria particolarmente accigliata a denunciare ancora una volta l’assalto a colpi di bulldozer e cemento che l’isola e la città stanno per subire nell’indifferenza generale. L’ha fatto all’incontro sul tema dei centri storici organizzato dal gruppo consiliare dei Rossomori, impegnato in una battaglia ormai quasi solitaria contro la lobby trasversale dei costruttori-politici da anni al comando della Sardegna. Aperto da un magnifico intervento sulla storia di Cagliari, basato su immagini originali e curato dal docente di architettura Marco Cadinu, l’incontro - nell’aula magna della facoltà di via Corte d’Appello - è servito a mettere a fuoco i rischi ormai palesi cui sono esposti i beni architettonici, paesaggistici e culturali dell’isola. Tuvixeddu su tutti: «Sant’Avendrace doveva essere la nostra Appia antica - ha ricordato con amarezza l’ex governatore - e invece vogliono regalare anche quei luoghi alla speculazione, farne un quartiere che spero non nasca mai».
Speranze a parte («su Tuvixeddu resto ottimista» ha chiuso Soru) la realtà indica il contrario e l’iniziativa dei Rossomori è nata proprio su questa certezza: «Le amministrazioni di centrodestra hanno cominciato nel 1994 con la demolizione degli edifici antichi nell’area di via Fara e ora vanno avanti cancellando giardini per sostituirli con piazze cementate - ha accusato Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico - questi signori chiamano vuoti urbani anche gli spazi pieni di alberi, se non c’è un palazzo sono vuoti urbani. Cagliari ha settemila appartamenti sfitti ma continuano a costruire in una situazione di indifferenza agevolata dalla scarsa informazione. D’altronde il proprietario del polo editoriale cagliaritano è un costruttore, che cos’altro dovremmo aspettarci?».
Eppure, come ha ricordato Cadinu, non c’è solo l’edilizia del costruire. C’è molto lavoro - l’hanno detto anche Soru e Deliperi - proprio nella ristrutturazione dei centri storici, la maggior parte ormai abbandonati al degrado: «Non è un caso - ha avvertito Massimo Zedda, consigliere comunale e regionale dei Rossomori - perchè al degrado e all’incuria segue sempre un progetto edificatorio». Basta dare un’occhiata a quanto resta di palazzo Aymerich: «Macerie e topi - ha osservato amaramente Claudia Zuncheddu, consigliera regionale e comunale dello stesso partito - e naturalmente il progetto di un grande palazzo, cemento armato in Castello, ad alterare equilibri secolari e a seppellire per sempre con l’opera dell’architetto Cima anche i resti medievali».
Ma va così: cancellata la storia delle città e dei paesi, si fanno strada i piani alternativi. Spesso scopiazzati senza alcun senso da metropoli europee visitate coi viaggi high-cost a spese dei contribuenti: «Siamo alla metropolitana, prima sono arrivati gli ascensori ed erano in arrivo i percorsi meccanizzati» ha ironizzato Zedda. Perchè alla fine il solo interesse di un’amministrazione regionale e comunale di matrice politica comune è «far lavorare le imprese edili - ha insistito Claudia Zuncheddu - magari quelle degli amici». Le imprese che cancellano il campo Cima per realizzare un ecomostro da ventidue milioni di euro, con passerelle metalliche sospese. Un obbrobrio indegno di una città civile presentato come progetto innovativo: «Eppure la mia amministrazione regionale ha finanziato la facoltà di architettura perchè realizzasse i manuali tecnici necessari per guidare gli interventi nei centri storici - ha ricordato Soru - ma ora non servono più, si pensa solo a devastare, a cancellare sistematicamente ogni traccia del passato».