Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, la Regione ordina al Comune di demolire le fioriere

Fonte: La Nuova Sardegna
11 dicembre 2009

VENERDÌ, 11 DICEMBRE 2009

Pagina 2 - Cagliari



Ripristino immediato e sanzione pecuniaria Rinvio a marzo per il ricorso sul vincolo al canyon




MAURO LISSIA
CAGLIARI. Le enormi muraglie-fioriera costruite dal Comune per segnare i confini del parco archeologico di Tuvixeddu dovranno essere demolite: l’ha disposto la Regione, in linea con il parere della sovrintendenza ai beni archeologici. Per ora l’ordine di ripristino non potrà essere eseguito per due motivi: le strutture sono sotto sequestro giudiziario insieme a parte dell’area.
La Procura indaga quattro persone, tra cui il dirigente comunale Paolo Zoccheddu, con l’accusa di aver realizzato opere in difformità dalle autorizzazioni archeologiche. L’altro motivo è che l’ufficio legale del comune ha ricorso al Tar contro il diniego alla proposta di sanatoria avanzata dall’ufficio tecnico dell’amministrazione: l’idea era di modificare le strutture per renderle compatibili con il progetto ed estinguere il reato, ma la sovrintendenza ha dato un parere negativo. Da qui il ricorso al Tar, annunciato ieri dall’avvocato Carla Curreli: l’udienza è stata fissata al 27 gennaio. L’ufficio regionale tutela del paesaggio ha inflitto al Comune anche una sanzione pecuniaria riferita al sentiero-vita realizzato sul colle, che nel frattempo è stato sanato.
Rinviata l’altra causa legata a Tuvixeddu, quella intentata dai legali del Comune e della Nuova iniziative Coimpresa - Pietro Podda e Antonello Rossi - contro l’avvio della procedura di vincolo deciso dalla sovrintendenza architettonica sull’area pubblica del colle e su circa quattromila metri quadrati dell’area privata. La procedura fa riferimento all’esistenza di evidenti attività di cava, che pregiudicherebbero a giudizio dell’ufficio ministeriale qualsiasi intervento edificatorio. Qui in particolare lo stop riguarderebbe la strada destinata a passare nel canyon, la via d’accesso principale al quartiere residenziale che il gruppo Cualbu è impegnato a realizzare attorno alla necropoli punico-romana. L’udienza si è aperta solo nella tarda serata di mercoledì ma è stata brevissima, perchè il presidente del collegio Rosa Panunzio ha spiegato che il tribunale valuterà la legittimità del provvedimento solo quando la sovrintendenza avrà concluso l’iter del vincolo, oggi ancora in corso. Le norme prevedono la possibilità di impugnare anche il semplice avvio della procedura perchè già questo limita l’attività edilizia sulle aree gravate. Ma alla fine la decisione dei giudici è stata accettata da tutte e tre le parti, con la sovrintendenza rappresentata dall’avvocato dello stato Giandomenico Tenaglia. La causa è andata al 24 marzo. L’attenzione si sposta ora sulla sentenza del consiglio di stato: i giudici di palazzo Spada hanno accolto il ricorso dello Stato contro la sentenza Tar che aveva ridato efficacia alle autorizzazioni paesaggistiche annullate ad agosto 2008 dalla sovrintendenza architettonica. Ma quello che conta è il riferimento giuridico contenuto nella decisione, da cui dipende il futuro del piano Coimpresa.