Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Poetto, ora nuove regole anche per la spiaggia I chioschetti a un bivio

Fonte: La Nuova Sardegna
7 dicembre 2009

LUNEDÌ, 07 DICEMBRE 2009

Pagina 19 - Cronaca



Mercoledì il Pul tornerà in assemblea comunale I consiglieri: la Giunta dialoghi con la Regione




ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Il Piano per l’utilizzo del lungomare (Pul) va riscritto anche per i servizi a mare. In questi giorni è un via vai di messaggi. La commissione consiliare all’Urbanistica e ambiente, e quella alle Attività produttive stanno precisando il documento da presentare (come ordine del giorno o mozione) al sindaco Emilio Floris e alla Giunta: indirizzi per le nuove regole della spiaggia.
«Naturalmente - spiega Massimiliano Tavolacci, Udc e presidente della commissione comunale consiliare all’Urbanistica - noi possiamo solo dare delle indicazioni, è la Giunta che dover rivedere, assieme alla Regione, alcune regole generali. Noi chiediamo che alla spiaggia del Poetto venga riconosciuta la sua specificità di fruizione: che avviene per dodici mesi all’anno». In questo quadro, l’aspetto più urgente è quello dei baretti, su cui pende un’ordinanza di demolizione partita dagli uffici comunali dell’edilizia privata. E senza regole (il Pul) è tutto bloccato. «Noi - sottolinea Paolo Casu, indipendente del centrodestra e responsabile della commissione alle Attività produttive - dobbiamo innanzi tutto considerare l’aspetto ambientale del lungomare, ma anche quello produttivo. Da cui un’attenzione alle questioni ristorative e ricreative». In accordo con gli operatori del settore si sta pensando di permettere, sottolinea Sergio Maxia (portavoce del Consorzio Poetto Services, che raggruppa nove baretti), «di agevolare i servizi della ristorazione per le strutture che arrivano sino all’ippodromo e di permettere a quelle che non sono vicine, al di là della strada, a insediamenti abitativi, di poter promuovere incontri musicali e di spettacolo, pur acusticamente protetti». Per i servizi legati alla balneazione, invece, il problema è legato alla superfice concessa. Le attuali norme prevedono circa 5-600 metri, mentre alcuni operatori attuali dispongono di spazi molto più ampi. «Per noi - precisa Tavolacci - salvaguardato il principio di lasciare la maggior parte della spiaggia a uso libero, va tenuta presente l’esigenza degli interessati di avere uno spazio adeguato in modo che, oltre agli ombrelloni, possano svolgere anche le altre (come il salvamento) funzioni di servizio».