Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Via i soci privati, sul Tecnocasic la mano pubblica

Fonte: L'Unione Sarda
4 dicembre 2009

Macchiareddu Investiti 550 mila euro



Fino ad ora era proprietario del 70 per cento delle azioni. Una quota importante, ma che per una particolarità dello statuto del Tecnocasic (ogni decisione deve essere adottata con una maggioranza del 75 per cento dei soci) non era abbastanza per una gestione diretta e libera da condizionamenti.
LA NOVITÀ Invece da ieri mattina il Cacip è diventato proprietario del cento per cento delle azioni della società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti nella provincia di Cagliari: un'operazione da 550 mila euro, serviti per liquidare le quote della Ecologica 2000, che controllava una fetta di minoranza ma fondamentale per l'amministrazione degli impianti di Macchiareddu. Ora il capitale sarà interamente pubblico.
GLI EFFETTI Questo significa almeno due cose. La prima: aumenterà la trasparenza nelle operazioni di gestione. Il punto numero due è forse il più interessante: si cercherà - dicono i ben informati - di arrivare a una diminuzione delle tariffe, obiettivo impossibile senza l'uscita dei privati, obbligati all'utile a tutti i costi. A queste opportunità si aggiunge, ovviamente, una semplicità di gestione implicita all'unificazione della proprietà.
LA SOCIETÀ La Tecnocasic, in liquidazione dal 2008 (il ruolo di liquidatore è ricoperto da Oscar Serci, che è anche direttore generale del Cacip), è una società consortile per azioni, costituita nel 1990: è costituita dalla Sps spa (società statale che aveva il 55 per cento delle azioni) e Casic (proprietaria del restante 45 per cento). Ma nel 1995 la Sps fallì e le quote vennero acquistate da un socio privato. In un gioco fatto di indennizzi e rimborsi, il Casic (ora diventato Cacip) riuscì a mantenere il 70 per cento delle azioni, mentre il restante 30 per cento divenne sotto il controllo dalla Ecologica 2000. Un passaggio fondamentale: lo statuto del consorzio impone una maggioranza del 75 per cento per ogni decisione presa in assemblea, condizione che ha sempre lasciato nelle mani del socio privato il controllo della gestione.
IL DISSIDIO E sulla stessa strada avrebbe voluto continuare anche la vecchia Giunta regionale, intenzionata a cedere ai privati la società (sulla base della legge di riforma dei consorzi) che smaltisce i rifiuti di 50 comuni, produce energia elettrica (poi rivenduta all'Enel) e cura la depurazione delle acque in buona parte della Provincia. Nelle casse dell'ente passano ogni anno circa 100 milioni di euro, da cui vengono pagati i 247 dipendenti. Una società che - queste sono le ultime notizie - godrebbe di sana e robusta costituzione: tra un paio di mesi la crisi potrebbe arrivare al termine ed essere revocata la procedura di liquidazione. ( m. r. )

04/12/2009