Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La fantasia visionaria di Ivo Pogorelich

Fonte: L'Unione Sarda
1 dicembre 2009

Prime Lirica. Successo a Cagliari per il ritorno del pianista: tecnica straordinaria e suoni suadenti con la capacità di emozionare



Ivo Pogorelich, l'ex enfant prodige, il divo del pianoforte degli anni 80-90, è oggi un signore di cinquant'anni con i capelli a zero. Un decennio e più, lontano dalle luci della ribalta, ne hanno mutato l'aspetto e portato all'estremo le scelte artistiche. Chi lo ricorda nei concerti di allora, e lo ha ritrovato sabato nella stagione concertistica del Teatro Lirico di Cagliari, ha misurato la distanza. Ma di fatto non ha stravolto le proprie opinioni.
Allora come oggi il pubblico è diviso tra chi resta affascinato dalla sua capacità di interpretare la musica seguendo i propri sentimenti e chi gli rimprovera un'eccessiva libertà rispetto allo spartito. Sono lontani i tempi in cui Ivo Pogorelich era un caso eclatante tra i giovani pianisti che si contendevano il prestigioso premio Chopin. Maturato anche artisticamente dalle asperità della vita privata e della storia, che ha cancellato dalla geopolitica la sua Jugoslavia, ama dividersi tra musica e impegno civile.
Resta, di allora, la fantasia visionaria con cui affronta la musica che interpreta, rileggendola secondo il suo personale sentire. La tecnica è quella splendida che il mondo gli conosce, che gli permette di affrontare tutto con estrema scioltezza e nonchalance, con suoni perlati e suadenti. In Chopin, nel Notturno in mi bemolle maggiore op. 55 n. 2 come nella Sonata n.3 in si minore op. 58 , si affida a tempi distesi, per far risaltare aspetti intimi e meditativi, contrapposti con schizzi di velocità improvvisi. Colpisce per la dilatazione del fraseggio portata all'estremo, sino al punto da perdere, a tratti, il filo della melodia. E per la ricerca di intimismo indagato con suoni portati al limite del percettibile, modulati con l'uso sapiente del pedale.
Un'interpretazione particolare che può coinvolgere o meno, ma che esprime un punto di vista portato avanti con coerenza e non privo di charme, che approfondisce soprattutto gli aspetti "notturni" della musica di Chopin e le sue riflessioni poetiche. Un'atmosfera che solo in parte si infrange nell'ultimo concitato movimento.
La stessa che poi profonde a piene mani nel Mephistowalzer con i suoi virtuosismi eccessivi e le esagerazioni musicali gestite con padronanza stupefacente. Una velocità e un impeto forzati che Pogorelich ama contrapporre anche qui a dilatazioni che non hanno riscontro nella scrittura di Liszt, ma che inframmezza anche a rischio di tradire lo spirito stesso di quella che dovrebbe essere una danza indiavolata.
Per chi lo ama, il presupposto è sempre lo stesso: quando suona Ivo Pogorelich le musiche, anche quelle più conosciute, non sono mai quelle che ti aspetti. Sia che si parli di Chopin e Liszt sia che rivolga l'attenzione verso Sibelius o Maurice Ravel con il suo Gaspard de la nuit . Insomma un concerto da ascoltare con curiosità, senza preconcetti né paragoni, affidandosi completamente all'interprete e dimenticando gli autori.
Alla fine gli applausi non mancano. Alcuni convinti altri meno. Ma comunque consapevoli del valore di un concerto dai tratti unici.
GRECA PIRAS

01/12/2009