Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

C'è Tommy Emmanuel: la chitarra diventa orchestra

Fonte: L'Unione Sarda
30 novembre 2009

Musica. L'artista australiano in scena stasera a Cagliari

Chi lo conosce e lo segue da anni, non vede l'ora di applaudirlo dal vivo; chi si è incuriosito leggendo il ricco curriculum e magari pizzicando su YouTube spezzoni delle esibizioni, avrà trovato un motivo sicuro per non mancare stasera al Teatro Lirico di Cagliari. Dove (inizio ore 20) Tommy Emmanuel, australiano, musicista e chitarrista eccelso, raffinato e originale, darà prova del proprio talento. Lui con la chitarra ci è nato, la suonava già a 5 anni, poi è iniziata l'ascesa - da solo o facendo parte di rock band - fino ad accompagnarsi con i grandi, da Chet Atkins a Eric Clapton. Ma soprattutto distinguendosi in una tecnica - quella del fingerpicking : ovvero suonare la chitarra come un piano - di cui è diventato interprete versatile e spettacolare. Lui stesso racconta, al telefono da Caserta dove ha tenuto avant'ieri un concerto, che questo stile l'ha appreso «da ragazzino, quando vidi un chitarrista americano che suonava e sembrava avesse una base registrata. Non era così, tutti i suoni arrivavano dallo strumento. E allora io ci ho provato, mi sono intestardito fino a quando non sono riuscito ad ottenere quei medesimi suoni. Ho coronato un sogno che porto in giro per il mondo».
Dotato di un naturale talento, Emmanuel sa che spesso questo non basta: «Ai giovani musicisti dico che è fondamentale scrivere una buona canzone e prendere tutto quello che si può dalla musica che si ascolta perché ognuno trovi il suo stile; quindi essere ostinati fino a quando non si imbocca la propria strada». Lui confessa di aver fatto così: «Sono un autodidatta cresciuto a orecchio, non leggo la musica, ma ho ascoltato tantissimo da artisti diversi, da Chet Atkins a George Benson, da Elton John a Michael Jackson». Oggi, in un mondo musicale omologato, è diventato più difficile imporsi - sottolinea Tommy - «perché tutto cambia in continuazione. Ma grazie a programmi musicali della tv e internet c'è la possibilità di raggiungere il grande pubblico. Conosco giovani che sono andati in tv e hanno suonato i miei arrangiamenti, facendo cantare e ballare la gente: questo dimostra che anche la mia musica può essere popolare».
In fondo, per lui, «conta la musica, non lo strumento. Io per esempio non ho il mito dello strumento Stradivari, quello da cui non ti separeresti mai, perché certe volte accade che una piccola chitarra, vecchia e magari economica, è quella invece che ti piace di più suonare». Stasera sul palcoscenico del Lirico neppure lui sa ancora cosa proporre al pubblico cagliaritano: «Non penso mai alla scaletta. Ho un repertorio vasto che mi permette di salire sul palco e seguire il sentimento che detta la serata, captando le sensazioni della gente. E anche stasera farò così».

29/11/2009