Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Al Lirico il grande Gilberto Gil

Fonte: L'Unione Sarda
30 novembre 2009

Concerti. Domani sera a Cagliari l'icona del ritmo brasiliano chiuderà l'European Jazz Expo

Sul palco col figlio Bem e Jacques Morelenbaum

Anche la musica, per dirla con le parole di Vinicus De Moraes, il poeta della bossanova, è l'arte dell'incontro. Ne sa qualcosa Gilberto Gil, icona della musica brasiliana, 45 anni di canzoni in prima linea, tra gli artefici del movimento Tropicalista (stregante mix di sonorità popolari, jazz, rock, ritmi arcani del candomblè e denuncia sociale), la cui lunga e solida carriera è stata segnata da incroci importanti come quello con Caetano Veloso, Chico Buarque, Roberto Carlos, Jorge Ben Jor, Maria Bethania, Gal Costa, Stevie Wonder, persino Yes e Pink Floyd. E Jaques Morelenbaum, violoncellista dal suono morbido, prezioso accompagnatore di solisti come Veloso, Egberto Gismonti, Ryuichi Sakamoto, David Byrne, che il cantautore di Bahia ha voluto con sé nella tournée mondiale che domani farà tappa al Teatro Lirico di Cagliari per chiudere in bellezza l'European Jazz Expo, salpato dieci giorni fa dalla Basilica di San Saturno con il nuovo e affascinante progetto di Elena Ledda, Cantendi a deus , e proseguito lo scorso fine settimana alla Fiera con una girandola di concerti che ha impegnato 250 musicisti. Senza naturalmente dimenticare quello che sarà il terzo protagonista della serata: Bem Gil, chitarrista e percussionista, uno dei nove figli dell'ambasciatore della Musica Popular Brasileira.
Un appuntamento da non perdere, accarezzato dalla bossanova, reso corporale dal baiao e dagli agili ritmi del samba, che verranno mescolati con gli ingredienti a lui cari: reggae, salsa, rock, jazz. Un concerto in acustico dal sapore antologico, in cui l'ex ministro alla Cultura del governo Lula, in città a tredici anni di distanza dall'esibizione che regalò all'Anfiteatro romano, ripercorrerà i momenti di una luminosa carriera che finora ha fruttato 51 album (l'ultimo, "Banda Larga Cordel, getta uno sguardo sulle nuove direttrici della comunicazione e sul web), 12 dischi d'oro, 5 di platino, 7 Grammy. Con tante belle canzoni. tra cui "Louvacao", "Viramundo", "Esoterico", "Filhos de Gandhi", "Estrela", "O seu amor", "Toda menina baiana", "Refazenda". Canzoni attraverso cui Gilberto Gil non ha mai nascosto il proprio impegno politico e sociale. Come dimenticare le parole che segnano il passo di brani come "Nos barracos da cidade": "Nelle baracche della città nessuno ha più illusioni del potere, dell'autorità/gente stupida, ipocrita/il governatore promette ma il sistema dice: no/ gli interessi sono molto grandi/nessuno vuole porgere la mano". E la splendida "La lune de Gorée": «La pelle dei corpi, a Gorée/ è la stessa che copre/tutti gli uomini del mondo/ma la pelle degli schiavi/ha un dolore profondo/che non esiste altrove/è una bandiera di libertà». Canzoni che, visti i tempi, in tanti nel nostro Paese dovrebbero ascoltare con attenzione.
CARLO ARGIOLAS

29/11/2009