Rassegna Stampa

Il Sardegna

«Comune a un bivio: adesso grandi scelte o corriamo il rischio di rimanere immobili»

Fonte: Il Sardegna
23 novembre 2009

«Lo stadio emblema di questa gestione della città: se ne parla da anni ma niente è stato fatto. Entro 10 giorni dobbiamo dare il via libera alla gara per concedere l'area». di Enrico Fresu

Un giovane aitante o una donna bionda. Il sindaco Emilio Floris, qualche giorno fa, ha dato qualche indizio sul suo possibile successore. La bionda è Ada Lai. Quanto al giovane aitante, qualcuno l'ha tradotto con Giuseppe Farris, assessore al Personale.
Farris, Floris parlava di lei?
«Alla fine della consiliatura manca un anno e mezzo. Il quadro politico, anche nazionale, può mutare molto. E avanzare un nome adesso non vuol dire sostenerlo, ma bruciarlo».
Fermate le bocce, uno sguardo al passato. Delogu sarà ricordato per giardinetti e piazze. Questa giunta invece?
«Finora abbiamo proseguito quanto fatto nella scorsa gestione e posto le basi per nuove importanti intraprese. Al momento siamo a un bivio: o facciamo il salto di qualità o rischiamo l'immobilismo. La questione stadio è emblematica».
Ecco, il Sant'Elia: quando arriverà la fine della telenovela?
«Se ne parla da decenni e finora, a parte un ordine del giorno del Consiglio niente è stato fatto. Dello stadio non si può più avere la concezione del '70, non può rientrare nel core business di un Comune. Mantenerlo ci costa tantissimo. E soprattutto esiste solo finché il Cagliari Calcio lo usa, altrimenti è una costosa cattedrale nel deserto. Ora Cellino ce lo chiede, c'è l'ipotesi Europei. Non esiste una ragione al mondo per non dargli, con una gara, la possibilità di gestirlo».
Il tempo stringe...
«Appunto, serve un'accelerata. Entro 10-15 giorni è necessario che il Comune adotti una delibera per stabilire il cronoprogramma per la concessione del diritto di superficie previa gara europea».
Altro nodo da sciogliere: il Poetto. I chioschi devono essere abbattuti?
«Significherebbe cancellare un pezzo d'identità della città. Come quando furono demoliti i casotti ».
Ma alcunisono abusivi...
«Bisogna dire no a baretto selvaggio, ma anche no a un Poetto senza baretti. Fanno vivere la spiaggia ai cagliaritani, ne fanno parte come la Sella del Diavolo ».
E come se ne esce allora?
«Rinegoziando le linee guida del Pul con la Regione permettendone la sopravvivenza secondo le norme».
Con Soru sarebbe stato arduo. Come è il Rapporto Comune-Regione ora che c'è Cappellacci?
Un'amministrazione è un organismo vivente, si adatta alle mutazioni. Serve tempo e sono sicuro che Cappellacci, che ha un passato da amministratore locale, sappia come creare le condizioni di dialogo con queste realtà».
Tornando alla città: Floris punta molto sulla rinascita di Castello. A lei piace l'idea dei tapis roulant?
«Castello dovrebbe essere il cuore di Cagliari, ne è diventata la periferia. Deve tornare a essere il centro vivo. Ma per farlo rinascere non servono interventi impattanti. Si potrebbero installare nuovi ascensori, o fare delle scelte assieme al Ctm per potenziare il trasporto pubblico e rafforzare l'area pedonale. Bisogna credere nello studentato diffuso, per riportarci i giovani, non solo il fine settimana. Deve vivere sette giorni su sette».
Un'agenda ambiziosa per il Comune...
«C'è un anno e mezzo. Tutto questo va fatto». ¦