Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“Sì dolce è il tormento” di jazz, poesia e flamenco

Fonte: L'Unione Sarda
23 novembre 2009

Fresu è il re incontrastato, tutti pazzi per Cook



Da una parte la quintessenza della musica, la rarefazione, la classe assoluta. Manco a dirlo, Paolo Fresu e Uri Caine, con l'Alborada String Quartet, del quale fa parte anche la moglie di Fresu, Sonia Peana, compassata ed elegante e brava come i tre compagni di questo quartetto che si muove fra Balanescu Quartet ed Händel (Anton Berovski al violino, Nico Ciricugno alla viola, Piero Salvatori al violoncello).
Si sa, Fresu alla tromba è il verbo. Dialoga con Caine, sbarcato mezz'ora prima dall'aereo, con quattro ore di ritardo sull'arrivo. Ma al piano, è un semidio disceso con calma, per un'oretta, all'Expo di Cagliari. E quando suonano Sì dolce è il tormento di Claudio Monteverdi, il pubblico è come sospeso in una bolla di incanto, estatico. Pare che ciascuno sia assorto a pensare a qualcosa di bello, di armonioso. E senz'altro avviene così, questo è il miracolo che può generare la musica. Oppure ne può generare altri, non meno efficaci, anzi.
Cambio di set, dopo il concerto di “Su Re Fresu”, interno Jazzino: gira voce che ci sia musica spagnola. E non solo è così, ma c'è anche il phisique du role del caso, tale Jesse Cook, virtuoso chitarrista canadese, di origini francesi, con spiccato senso per la musica iberica, appunto. In coppia con un altro chitarrista, Nicolas Hernandez, i due sono come posseduti dalle sonorità del flamenco, e il pubblico, soprattutto femminile, pian piano si surriscalda. Verso la fine, entrati altri tre componenti, al basso, batteria e violino (i cinque, insieme, formano The Rumba Foundation), si arriva a pezzi simil Gipsy King. Si balla. Altre coordinate, per chi ha apprezzato il genere - di musica e musicista - sono che Cook ha all'attivo sette cd, l'ultimo si intitola Frontiers (EMI), un milione di copie vendute nel mondo, un disco di platino e quattro d'oro, oltre a numerosi riconoscimenti come interprete creativo del flamenco. Strano averlo visto, poco dopo, zaino in spalla, mangiare solo coi suoi compagni in un tavolo.
Jazzexpo è commistione di generi nel genere, l'alto e il popolare convivono perché il jazz è ibridazione, meticciato, scambio. dell'Expoun raffinato trio che c'entra sempre col flamenco, ma in maniera diversa da Cook, come quello di Renaud Garcia-Fons, che suona un contrabbasso a cinque corde e che, con Kiko Ruiz alla chitarra e Rollando Pascal alla batteria, fanno il tutto esaurito nella sala verde.
Contemporaneamente, o quasi, la sala rossa ospita il trio Mark Cary, sonorità di caldo e raffinato jazz, esauriti i posti a sedere anche lì. E la serata di sabato è ancora lunga, il pubblico, suddiviso fra le varie sale, si ritroverà compatto, prima delle 22, al Palazzo dei congressi per il ricordo a Lester Bowie.
È bello anche questo ritmo umano, all'Expo, la gente che si disperde e si ritrova, segnando col proprio naturale flusso dove il cuore batte forte, e dove batte normale. Ma la qualità della proposta complessiva è davvero di livello.
Come di livello è, nonostante i mugugni per i vari sold-out, un'organizzazione che non dimentica neppure di dare soccorso ai genitori: un laboratorio di efficienti animatori accoglie bambini di tutte le età, gratuitamente. Anche se portarli ai concerti, scegliendo magari quelli meno impegnativi, è un modo per coltivare la sensibilità alla musica, che solo quando vista dal vivo genera quella magia in più.
Un'attenzione, quella ai ragazzi, che dimostrano particolarmente Rava e Fresu. Il primo, impegnato con un gruppo di giovani talenti nel progetto Parco della Musica Jazz Lab, del quale proprio ieri c'è stato un'esibizione al Palazzo dei congressi, annovera nel suo quintetto due bravissimi giovani come Giovanni Guidi, al piano, e il diciannovenne Pietro Leveratto al contrabbasso. Perché l'anima - nera - del jazz è quella del continuo rinnovamento, sia delle stesse sonorità, che mutano sempre perché sempre improvvisate, sia degli interpreti. Fatto salvo i mostri sacri, che rimangono sempre quelli. Ma il loro numero non è affatto chiuso.
RAFFAELLA VENTURI

23/11/2009