Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Arena Karalis», disputa sui costi di demolizione dello stadio Sant’Elia

Fonte: La Nuova Sardegna
20 novembre 2009

VENERDÌ, 20 NOVEMBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari 






ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Dopo l’ok allo stadio del Cagliari calcio da parte della Regione, un primo passo verso il nuovo impianto in vista degli europei del 2016. La questione del terreno «pubblico» da non privatizare è stata risolta parlando di «interesse pubblico». Ma molti problemi sussistono ancora. Da quando, nel luglio del 2008, venne votato (a maggioranza) dal consiglio comunale l’ordine del giorno che dava mandato al sindaco Emilio Floris di portare avanti l’istruttoria col Cagliari calcio per realizzare il progetto del nuovo stadio presentato da Massimo Cellino, si sono fatti dei passi avanti ma diversi nodi sono ancora irrisolti. Vediamo.
Nell’ipotesi iniziale, la nuova struttura sarebbe dovuta sorgere a fianco della vecchia per permettere ai rossoblu di continuare a giocare in città. Ora si parla dell’utilizzo del perimetro in cui insiste il Sant’Elia e quindi di un periodo senza stadio. Ma questo potrebbe non essere un problema in quanto, a suo tempo, il Cagliari ha giocato a Tempio. Però resta la questione della demolizione e dei costi dell’operazione. Si parla di due-quattro milioni di euro. Per il Comune questa spesa spetta al Cagliari calcio, per quest’ultimo al Municipio. Il primo, già da tempo, ha sottolineato che il principio è quello dell’interesse pubblico e che il terreno sarà affidato con sopra il vecchio stadio: a chi costruisce quindi il compito di demolire. Per il secondo, invece, l’impianto attuale è del Comune e anche i costi di rimozione.
Resta poi sempre aperto il problema del patrimonio: il Sant’Elia era stato valutato oltre cinquanta milioni di euro nel bilancio del Comune. Il che significa che l’amministrazione dovrà giustificare la perdita di questo bene in rapporto al nuovo stadio che, in ogni caso, ridiventerà del Comune dopo molti anni (il privato, che lo costruisce a sue spese, deve infatti avere il tempo di rientrare dall’investimento). Va anche ricordato che l’attuale struttura è stata ristrutturata vent’anni fa per i mondiali di calcio. Come spiegare che quei soldi non sono andati in fumo prematuramente, visto anche che il Sant’Elia è considerato (dai tecnici) agibile?