Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Baretti, su Internet la protesta virtuale

Fonte: L'Unione Sarda
16 novembre 2009

Poetto. All'interno del popolo della rete prevalgono i contrari alla demolizione

«Senza chioschi la spiaggia diventerà meta dei soliti balordi»

Sondaggio su Unionesarda.it: il 53,63% degli internauti ritiene ingiusto il provvedimento.
I “forzati” del Poetto non ci stanno. Non si formalizzano davanti a leggi regionali, normative nazionali e direttive comunitarie. A guidare il fronte di chi contesta le ordinanze di demolizione dei baretti, oltre ai gestori, ci sono frotte di giovani e ragazzi (spesso ex) che temono di perdere l'abituale punto di riferimento per l'aperitivo della sera, per le nottate musicali, per il gelato da consumare tra un bagno di mare e uno di sole.
In attesa di mostrare il loro dissenso scendendo in piazza (da giorni c'è un “tam tam”, che parla di una manifestazione da organizzare per i prossimi giorni), si sfogano sui social-network e sui blog dei principali siti di informazione isolana.
IL SONDAGGIO Su www.unionesarda.it da giorni è stato attivato un sondaggio d'opinione, che chiede ai lettori di dire la loro sull'ordinanza del servizio Edilizia privata, che dà 90 giorni di tempo ai gestori dei chioschetti per rimuovere le opere realizzate abusivamente. A votare sono stati in 1420: il 53,63 per cento ritiene ingiusto il provvedimento, mentre il 46,37 lo difende.
FACEBOOK Sul social-network maggiormente frequentato i gruppi più attivi sono tre, per un totale di oltre 13 mila iscritti. Il “Povero Poetto” alle 18 di ieri poteva contare su 8283 affiliati, contro i 2668 di “No alla demolizione dei chioschi del Poetto” e i 2212 di “No alla chiusura dei chioschetti del Poetto”. Tutti hanno messo nero su bianco un pensiero, una sensazione, un anatema. Anche se i messaggi non sono univocamente “pro baretti”, visto che non mancano gli alfieri della legalità e chi critica una gestione definita troppo spensierata, con un riferimento anche ai prezzi sempre più alti che sarebbero praticati dai gestori.
I COMMENTI Veronica Damiani ci va giù pesante: «Stanno ammazzando la nostra spiaggia, colpo dopo colpo e lentamente! Prima togliendo i casotti, poi facendo quella schifezza di ripascimento e ora togliamo pure i chioschi. Scaviamoci pure la fossa da soli. A quei chioschi dovrebbero dare dei permessi di costruzione ad honorem». Simone Piras si chiede ironicamente «dove andranno ora a fare la pausa caffè tutti i politici che erano soliti affollare il litorale?». Anche Alberto Casula se la prende con gli amministratori: «La Giunta fa di tutto per rendere il Poetto un semplice deserto non più frequentabile. Tra divieto di transito per le auto e demolizione dei chioschetti, punto d'incontro di molti ragazzi e famiglie. Diventerà la meta dei soliti balordi notturni. Consigliamo ai politici di andare a vedere la riviera romagnola o Jesolo per rendersi conto cos'è la spiaggia viva e non morta». Cristiano Coni sostiene che «a parte le beghe burocratiche e legali, non si può lasciare una spiaggia come quella di Cagliari senza i chioschi. Un caffè o un gelato in spiaggia, seduto ad un tavolino davanti al mare. È un momento al quale una città che ha nel mare un punto di riferimento non può fare a meno».
I FAVOREVOLI Ma c'è anche chi, pur sentendosi in minoranza, non ha paura di manifestare la sua approvazione per i provvedimenti assunti dall'amministrazione comunale: «Secondo me hanno fatto bene - dice Mauro Mascia - via quegli obbrobri dalla spiaggia». Pierpaolo Murgioni prova a introdurre una visione più ampia del problema: «Il problema principale è che per anni e anni al Poetto non è stato fatto niente di niente. Ancora adesso affiorano pezzi di casotti che escono fuori pericolosamente dalla sabbia. Nessuno vuole metterci mano, quando invece il Poetto avrebbe bisogno di un lavoro di pulizia a fondo per fargli rivivere una dimensione migliore di quella attuale - sostiene - i chioschetti al Poetto devono rimanere, ma deve essere fatta una politica che miri al reale utilizzo dell'arenile per il turismo e il benessere della città».
«SOLUZIONE POLITICA» Antonella Serra propone una soluzione “politica”: «No all'eliminazione dei chioschetti, sì alla regolarizzazione, sia dal punto di vista estetico che volumetrico. Le regole ci devono essere e devono essere rispettate, ma non posso pensare di dover rinunciare alla meraviglia di un panino in spiaggia anche d'inverno». Cristian Putzu è severo ma quasi malinconico pensando alle modifiche in vista: «Finalmente un intervento col quale concordo in pieno! La parola d'ordine è regolarizzare. Chi ha commesso abusi deve pagare e se non riesce a sostenere il peso del mettersi a norma dovrebbe cedere la licenza - teorizza - sono d'accordo sul fatto che nessuno debba rinunciare alla meraviglia di un panino in riva al mare, magari d'inverno. Tra l'altro i chioschetti, per come sono stati sistemati nelle ultime stagioni, sono a dir poco una meraviglia. Molto più belli e presentabili dei pseudo-ristoranti (cari e con pessimo servizio) dei ricciai. Anche se rinunciare agli spaghetti con i ricci è stata dura». (a. mur.)

14/11/2009