Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dopo mesi di sofferenza Carla avrà una casa

Fonte: L'Unione Sarda
16 novembre 2009

Comune. Risolto il caso burocratico che ha riguardato la ragazza tetraplegica



Carla ha vinto la sua battaglia: Comune e Regione hanno fatto in modo che la giovane donna diventata tetraplegica dopo un misterioso volo dalle scale della struttura dov'era ricoverata possa finalmente vivere in una casa tutta sua. Avrà un appartamento e anche due badanti, un medico e un educatore, che la seguiranno 24 ore su 24.
Alla luce di questa decisione, attesa da tempo, Carla è stata dimessa dall'ospedale Marino dov'era ricoverata da 13 mesi. Per il momento è ospite di una residenza socio-assistenziale di Capoterra ma fra un mese e mezzo sarà nella nuova casa di viale Diaz che i suoi anziani genitori hanno individuato.
Ha dunque un lieto fine la storia sfortunata di questa giovane donna che soffre di disturbi psichici: era ospite di una struttura della provincia quando era misteriosamente volata lungo la scala anticendi. In quel centro aveva dovuto fare i conti con le attenzioni sessuali di altri due ricoverati, e forse il volo è legato proprio alla violenza subita.
Da quel giorno (28 agosto 2008) Carla non muove le gambe e le braccia, da quel giorno l'intestino e la vescica hanno smesso di funzionare. I medici dell'Unità spinale dell'ospedale Marino l'hanno curata per quasi un anno poi hanno firmato le dimissioni, nel settembre scorso. Ma Carla non sapeva dove andare, e non certo perché non avesse nessuno che si prendesse cura di lei. Comune, Regione e Asl 8 mesi fa avevano approvato un progetto personalizzato per l'autonomia della paziente: l'assessorato ai Servizi sociali pagherà l'affitto di una casa, la caparra, sei ore al giorno di assistenza domiciliare e un'ulteriore assistenza affinché una persona possa portare la paziente a passeggio e provvedere alle cure personali. L'iter si era bloccato e Carla venne costretta a restare altri due mesi in ospedale.
L'assessorato comunale ai Servizi sociali aveva raccolto la denuncia dei genitori e aveva garantito: la donna avrà tutto, la casa e l'assistenza. Ma Carla non risultava una paziente ricoverata in Unità spinale da oltre 12 mesi e continuativamente. Per quel motivo l'unità di valutazione territoriale che dà l'ok ai progetti “Rientrare a casa” aveva bocciato la domanda presentata dal Comune per finanziare con 14 mila euro all'anno il lavoro di una badante. E senza quella l'intera pratica non poteva andare avanti. Ora il problema è stato risolto e Carla potrà andare a vivere in una casa tutta sua.

14/11/2009