Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Demolite i baretti del Poetto»

Fonte: L'Unione Sarda
9 novembre 2009

Ultimatum del Comune a tutti i 21 chioschi del lungomare. Il Consorzio: ci opporremo con ogni mezzo 

Entro 90 giorni i titolari devono eseguire l'ordine

Dopo i blitz di quest'estate e l'indagine della Procura arriva l'ordinanza di demolizione per tutti i baretti.
Nel bel mezzo di una trattativa politica sul loro futuro, piomba la condanna a morte: i 21 baretti del Poetto devono essere rasi al suolo. La sentenza arriva dagli uffici amministrativi del Comune: un'ordinanza, firmata il 5 novembre dall'ufficio Edilizia privata, intima ai proprietari di demolire la loro struttura e di ripristinare la situazione precedente entro 90 giorni dalla notifica del provvedimento. «Un atto dovuto dopo i sopralluoghi di quest'estate - spiega il dirigente del Servizio Mario Mossa - tutti i baretti, nel tratto compreso tra il Lido del carabiniere e Marina piccola, hanno ricevuto l'ordine di demolizione».
GLI ABUSI I responsabili comunali e gli ufficiali di polizia giudiziaria avevano contestato, durante le verifiche nelle strutture del lungomare, la presenza di «opere edili eseguite in assenza di titolo abilitativo su area sottoposta a vincolo di tutela paesaggistica». In sostanza i titolari dei chioschi sono accusati di aver realizzato alcuni abusi edilizi occupando più metri quadri del dovuto o costruendo opere senza le necessarie autorizzazioni. Da qui l'ordine di demolizione, provvedimento che arriva mentre è ancora in corso l'indagine della Procura su presunte violazioni, avviata dallo stesso pm che indaga sui ricciai. Il problema dei baretti, in regola con le concessioni demaniali, sono le concessioni edilizie, che non possono essere rilasciate se non viene approvato il Pul, il Piano di utilizzo del litorale, congelato dopo il passaggio in Giunta. Tutto questo era oggetto di una trattativa tra baretti e Comune.
GLI IMPRENDITORI È stato Antonio Congera, proprietario di Capolinea, concessione demaniale dal 1952 e storico ritrovo dei cagliaritani, il primo a ricevere l'ordinanza e a chiamare disperato i responsabili del Consorzio Poetto Sevices, del quale fanno parte nove baretti. «Un provvedimento che lascia perplessi - spiega l'avvocato Carlo Fanari, vice presidente del consorzio - visto che insieme al Comune si discuteva sulle prospettive dei baretti e di un'approvazione del Pul che consentisse ai gestori di regolarizzare la loro situazione». Ed è paradossale, sottolinea Fanari, «che il Comune sia così solerte nel fare quest'ordinanza dopo essere rimasto fermo sul Pul per 10 anni, impedendo ai titolari degli esercizi commerciali di regolarizzare la loro posizione, dopo 30 anni di attività».
«Siamo stati i primi a inventarci questo servizio per i cagliaritani - sottolinea il titolare di Capolinea, ancora sotto choc - teniamo aperto per 12 mesi all'anno per mantenere vivo il Poetto e ora rischiamo di finire sul lastrico, noi e i nove dipendenti in busta paga: spero che politici, funzionari e dirigenti comunali trovino in breve tempo una soluzione per salvare tutti i baretti».
OPPOSIZIONE La vicenda approderà domani sul tavolo della commissione urbanistica e da lì potrebbe arrivare qualche segnale. Nel frattempo il Consorzio Poetto Services ha dato mandato all'avvocato Matteo Pinna. E il primo atto di difesa potrebbe scattare con la presentazione di un ricorso al Tar contro l'ordinanza di demolizione. «L'amarezza è grossa - ammette il presidente del Consorzio Sergio Mascia, memoria storica del Poetto - sembra di rivivere il vecchio film dei casotti nel 1986: le istituzioni da una parte aprono un tavolo di trattativa per trovare una soluzione e dall'altra compiono questo atto violento rovesciando il tavolo del negoziato e complicando la situazione. A oggi, dopo varie vicissitudini, la concessione edilizia manca per l'assenza totale delle istituzioni nel legiferare: le regole servono a tutti, a imprenditori e cittadini ma se i tempi continueranno ad allungarsi ci ritroveremo una spiaggia deserta e un abusivismo che andrà a galoppare. La storia si ripete».
CARLA RAGGIO

08/11/2009