Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Piano casa, cosa si può fare in città

Fonte: L'Unione Sarda
6 novembre 2009

Fatta la legge regionale si attende il via libera agli interventi. I cittadini chiedono lumi ma gli uffici non sono pronti

Molte richieste attese da Genneruxi e Quartiere europeo

Il Piano casa resta ancora un'incognita per Cagliari e i suoi cittadini: chi ha tentato di avere qualche chiarimento dagli uffici comunali è rimasto deluso. Anche su Internet, unico riferimento la legge.
Chi vive in un appartamento può ristrutturarlo per ricavarne, entro gli stessi metri quadri, una stanza in più o per chiudere una veranda. Decisamente più chance sembra avere il proprietario di una villetta indipendente o, seppure con qualche limite in più, a schiera. Si potrà anche demolire e ricostruire da capo la vecchia casa pericolante, fare un attico sopraelevando (nei casi possibili) l'ultimo piano di un palazzo. Il Piano casa, diventato legge con l'approvazione del Consiglio regionale il 16 ottobre scorso, in teoria è pronto a partire anche a Cagliari. In pratica no. Gli uffici comunali non sono ancora attrezzati a rispondere alle istanze dei cittadini: eppure in tanti si stanno presentando in via Nazario Sauro, sede dell'assessorato all'Urbanistica, per chiedere lumi e chiarimenti sugli interventi da realizzare nelle loro case. Tutto inutile. Non ne sa di più neppure il dirigente dell'ufficio Edilizia privata del Comune, Mario Mossa: «Stiamo organizzando una serie di riunioni tecniche proprio per confrontarci e chiarirci le idee». Ma tant'è: i cittadini sono impazienti e la legge d'altra parte impone tempi stretti. Entro i prossimi tre anni i lavori devono essere comunque ultimati, trattandosi di concessioni fatte dal legislatore in via straordinaria per rimettere in moto ora l'economia rilanciando l'edilizia. Vediamo in che modo e quali interventi sarebbero realizzabili in città.
CENTRO STORICO Nei quartieri storici (Castello, Villanova, Marina e Stampace) le possibilità di aprire un cantiere sono limitate: si può intervenire solo sugli immobili che hanno meno di 50 anni. In generale si possono demolire e ricostruire quelli in contrasto con l'ambiente circostante (sarà una delibera comunale a individuarli) o ampliare un'abitazione monofamiliare, aggiungendo un corpo al piano terra o sopraelevandola.
LE ALTRE ZONE Tutti gli altri quartieri di Cagliari sono in gran parte compresi nelle zone B e C (la D e la E sono le zone commerciali e agricole). In linea di massima si possono ristrutturare villette indipendenti (uni o bifamiliari, molte richieste potrebbero arrivare per esempio dal Quartiere europeo o da Baracca Manna), appartamenti nei palazzi, case a schiera (Genneruxi è uno dei quartieri interessati) purché nel rispetto dell'intero lotto. Si potrebbe intervenire anche nei quartieri popolari, tranne che nelle case Iacp dove la proprietà è del Comune. Le volumetrie dell'immobile possono essere ampliate del 20 o anche del 30% (o qualcosina in più in certi casi) se viene garantito anche un risparmio energetico. «Le richieste - spiega Massimiliano Tavolacci, componente della commissione Urbanistica del Comune - potrebbero arrivare da ogni parte della città. Naturalmente attraverso il piano casa non si sanano gli abusi: chi in passato si è costruito un garage abusivo non può sanarlo con le nuove norme, né saranno ammessi interventi negli edifici dove c'è un abuso». Si può ampliare anche un locale commerciale se ospita un'attività connessa alle esigenze dei residenti: negozi di generi alimentari, farmacie, bar.
ALTRI INTERVENTI Riguardano la chiusura dei pilotis nei condomìni e delle verande, l'abitabilità dei sottotetti (nel rispetto dell'altezza, non meno di 2 metri e 40), la costruzione di una nuova stanza sino alla concorrenza del 20-30% del volume preesistente: «È un incentivo per le giovani coppie a restare in città, senza essere costretti a trasferirsi nell'hinterland per avere una casa più grande». Gli interventi di ampliamento possono essere facilmente iniziati con una “denuncia di inizio attività” da presentare al Comune entro i prossimi 18 mesi. Nel centro storico, invece, sia per le demolizioni e ricostruzioni che per gli ampliamenti è necessario richiedere prima la concessione edilizia al Comune.
UFFICI IN RITARDO La pubblicità comparsa sui quotidiani non è sufficiente per i cittadini che vorrebbero avere maggiori informazioni dagli uffici. Non c'è, almeno per ora, uno sportello ad hoc che possa rispondere alle loro istanze e a quelle dei progettisti, anche loro in attesa di indicazioni più precise prima di assumere impegni. «Il Comune non si è minimamente attrezzato - denuncia l'opposizione - al di là del giudizio di merito sulla legge, senza linee guida la città più importante della Sardegna si ritroverà in alto mare e le poche norme buone rischieranno di naufragare. È necessario che l'assessorato all'Urbanistica venga dotato di personale e si costituisca una task-force che risponda ai cittadini».
CARLA RAGGIO

06/11/2009