Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«La crisi è forte, non è il momento di dividersi»

Fonte: L'Unione Sarda
28 aprile 2008

«Non è il momento di dividersi e occorre che le istituzioni facciano uno sforzo di responsabilità perché quelle opere, se realizzate, possono dare un forte contributo alla lotta alla disoccupazione e alla povertà che attanagliano la città e la provincia».Cgil, Cisl e Uil si appellano a Comune e Regione dopo il fallimento dell'Accordo di programma per la riqualificazione di Sant'Elia, la realizzazione del museo dell'arte nuragica e dell'arte contemporanea Betile e del campus universitario di viale La Playa. «L'accordo di vertice non ha retto alle contrapposizioni politiche», sostiene il sindacato, «perché privo del corollario di un consenso ampio nella società civile».La “triplice” ricorda che «poco meno di un mese fa avevamo apprezzato la volontà delle istituzioni locali di mettersi insieme, di collaborare, convinti da sempre che solo affrontando i problemi della città in un'ottica non localistica, ma nella logica più ampia dell'area vasta di Cagliari, se non addirittura in una logica regionale. Nel contempo», ricordano, «si era anche contestata l'impostazione verticistica assunta dal Presidente della Regione e dallo stesso Sindaco che, mai, hanno coinvolto nella predisposizione di questi interessanti progetti il sindacato cagliaritano. Evidentemente la cultura della concertazione e del coinvolgimento non è di casa, a prescindere dal colore politico della coalizione di governo. Purtroppo», riscontrano, «siamo stati facili profeti».Il problema, secondo Cgil, Cisl e Uil, è che «Cagliari e la sua provincia vivono un momento non facile: la disoccupazione reale non accenna a diminuire, i tassi di occupazione femminile sono nettamente al di sotto delle medie regionali e nazionale, il tasso di attività resta stazionario, quando non diminuisce, lo scoraggiamento nel cercare lavoro si insinua in strati di popolazione sempre più ampi, la povertà morde più che altrove, essendo Cagliari una città metropolitana, lo stesso Porto Canale, che aveva rappresentato, fino a pochi mesi fa, una grande opportunità di sviluppo e occupazione, langue e rischia la chiusura. Per questo, sottolineano, «non è il momento di logiche di divisione, ma occorre superare le contrapposizioni e concentrarsi sui progetti e sugli investimenti che tutelino l'ambiente, portino traffici, flussi turistici e in genere sviluppo. In questa logica, quelle risorse non devono essere perdute, con l'avvertenza che esse devono diventare patrimonio comune: il sindacato confederale chiede perciò alle Istituzioni un sforzo di responsabilità». 26/04/2008