Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stabilizzazione dei precari, è guerra

Fonte: L'Unione Sarda
2 novembre 2009

Alcuni consiglieri regionali del Pdl contestano il bando della Giunta Milia: non viene fissato il numero dei posti da coprire

Salvagente della Provincia per 100 persone. «Irregolare»

Secondo i rappresentanti del Pdl si sta utilizzando una norma a rischio di incostituzionalità.
Le prove scritte dovrebbero essere tra poco più di una settimana (dal 9 al 12 novembre, precisa il bando), ma sulla stabilizzazione di oltre cento dipendenti precari della Provincia di Cagliari si è improvvisamente addensata una nube di polemiche. La tempesta arriva da via Roma, sulla sponda del Consiglio regionale, dove è stata depositata un'interrogazione firmata da sei onorevoli del Pdl: nel documento si chiede all'assessore degli Enti locali Gabriele Asunis il blocco della procedura di assunzione. Il motivo è legato a doppio filo con la sorte della norma regionale che ha consentito alla giunta guidata da Graziano Milia di aprire le porte a chi, con contratti a tempo determinato, ha lavorato dal 2002 allo scorso agosto almeno 30 mesi, anche non di fila.
GIUDIZIO PENDENTE Sulla legge pende ancora l'ipotesi di incostituzionalità: «Sarebbe scorretto creare false aspettative: è inutile stabilizzare i precari se poi, tra sei mesi, si scopre che devono tornare a casa», chiarisce il consigliere Alessandra Zedda, prima firmataria dell'interrogazione condivisa dai colleghi del gruppo Mariano Contu, Sisinnio Piras, Angelo Stochino, Alberto Randazzo e Edoardo Tocco. Ecco perché «con la massima urgenza», gli esponenti del Pdl chiedono all'assessore di invitare «gli enti locali a sospendere qualsiasi iniziativa in ordine alla stabilizzazione dei lavoratori precari, nelle more della definizione legislativa della materia».
Ma le perplessità non riguardano solo la legge. Anche la procedura di assunzione è sotto accusa: «L'avviso pubblico in questione non indica il numero dei posti da destinare alla stabilizzazione, ma rinvia genericamente alle necessità di risorse umane necessarie all'Ente, e da valutare nel triennio. Lo stesso avviso prevede la stabilizzazione di profili, quali ad esempio collaboratori amministrativi e contabili, che non sono contemplati nel DPR 347/83 e nei contratti degli enti locali. Inoltre per alcune figure si chiede un titolo di studio inferiore a quello previsto dal contratto e per altre figure non richiede, oltre al titolo di studio, il necessario attestato di professionalità». Insomma, una serie di punti poco chiari ai consiglieri regionali che ora chiedono lo stop all'amministrazione di Palazzo regio.
I NUMERI I precari interessati dal bando sarebbero più di 100, e tra una settimana dovrebbero iniziare le selezioni per i vari profili di cui ha bisogno la Provincia: si va dall'addetto stampa, ai collaboratori tecnici per le disinfestazioni. Ancora: programmatori, geometri, istruttori amministrativi, biologi, geologi, psicologi, con qualifiche che vanno dal B3 al D1. I nei del bando non finiscono qui, almeno secondo l'interrogazione: «Lo stesso avviso non prevede che la partecipazione debba essere limitata a quei posti di qualifica analoga a quella posseduta durante il periodo di precariato. Non si riconosce pertanto la professionalità acquisita nell'Ente».
LA REPLICA Il presidente della Provincia Graziano Milia rifiuta qualsiasi ipotesi di marcia indietro: «Il ricorso sulla legge regionale è stato avanzato dall'avvocatura di Stato su alcune questioni, ma la norma resta in vigore. Conoscendo i tempi della Corte costituzionale non avremo una risposta prima di un anno, un anno e mezzo». Poi, sulla regolarità delle assunzioni: «Ci sarà una selezione. E vorrei ricordare che i posti vacanti nell'Ente sono decisamente superiori a quelli interessati da questa stabilizzazione ». Ma le otto pagine di bando non aiutano a capire quanti lavoratori verranno assunti: si sa solo che i candidati avranno sessanta minuti di tempo per consegnare i compiti scritti (dieci quesiti a risposta libera, con complessità «calibrata» al livello di inquadramento), che saranno valutati da una commissione per essere inseriti in una graduatoria. Questi elenchi poi, «verranno utilizzati dall'amministrazione provinciale per la predisposizione del programma di stabilizzazione». Sempre che gli esami non vengano bloccati prima.
MICHELE RUFFI

01/11/2009