Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dai cinema alla fiera: l'obolo della disperazione

Fonte: L'Unione Sarda
2 novembre 2009

La mappa. Crisi e immigrazione: ogni spazio trafficato è ormai presidiato



Una visita di mezz'ora nel cimitero di San Michele ? Costa almeno due euro, ovviamente al netto dei fiori da portare sulla tomba dei propri cari. Come allo stadio , la sosta di fronte al camposanto è gestita dai parcheggiatori abusivi. Negli sterrati comandano i rumeni: chiedono «un'offerta» minima di un paio d'euro e spesso anche le chiavi dell'automobile: «Così, se dà fastidio, la spostiamo». Ma molti, di fronte alla richiesta, rispondono con un no secco. La ricompensa per i posteggiatori però può arrivare anche a 5 euro: dipende dalla durata della sosta, dalla vettura e dall'orario. Semplici regole di mercato che riaffiorano ciclicamente ad ogni festività di inizio novembre, quando il traffico intorno a San Michele esplode. «Siamo disoccupati e facendo i custodi ci guadagniamo la giornata, non facciamo male a nessuno». Dicono tutti così, i parcheggiatori abusivi. Molti, nel dubbio, pagano. Uno, massimo due euro per farsi «custodire» la macchina. Negli anni dell'immigrazione, della crisi economica, della disperazione, i custodi si moltiplicano. Sono cagliaritani o senegalesi. Altre etnie non entrano perché anche in questi settori c'è la divisione del territorio: i rumeni ai semafori e negli sterrati, i senegalesi a vendere griffe taroccate in centro e a presidiare alcuni parcheggi affollati, i cagliaritani ad occuparne altri e a sfruttare estemporaneamente gli eventi importanti, come la Fiera (anzi, le fiere) o le partite del Cagliari.
Dal Sant'Elia al cimitero di San Michele, dal Cineworld agli ospedali Brotzu e San Giovanni di Dio sino ai parcheggi degli ipermercati, non c'è area affollata che non abbia il suo parcheggiatore.
Il problema non è l'aiuto che si dà volentieri o meno a una persona che palesemente ne ha bisogno, ma la conseguenza di un eventuale rifiuto. Quando in un parcheggio un automobilista si sente chiedere «Mi dia un contributo per la protezione dell'auto», è portato a pensare che non dandolo si rischi qualche conseguenza. Un ricatto. Ma si rischia davvero? Denunce, per ora, non ne risultano. (m.r.)

02/11/2009