Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Residenti-locali: la “guerra di Castello”

Fonte: L'Unione Sarda
21 ottobre 2009

Alla ricerca di una soluzione per risolvere la difficile convivenza nello storico quartiere 

I gestori: la gente deve dormire ma noi siamo indispensabili

Il presidente della Circoscrizione propone la creazione di una cooperativa che vigili sugli schiamazzi notturni.
«Facciamo un passo indietro e cerchiamo di non radicalizzare lo scontro». Gianfranco Carboni, presidente della Circoscrizione 1, cerca di fare da paciere nella “guerra” che oppone alcuni abitanti di Castello ai frequentatori dei circoli e locali del quartiere. Una “guerra” di difficile soluzione. Perché contrappone il legittimo diritto di chi pretende di dormire all'altrettanto legittimo diritto di vivere un quartiere storico (come accade nel resto del mondo).
LE SOLUZIONI Esigenze contrapposte. Che difficilmente possono trovare un punto d'incontro. «Ho suggerito», riprende Carboni, «di creare una cooperativa sociale con i ragazzi del quartiere: il loro compito dovrebbe essere quello di girare per le strade di Castello e bloccare gli schiamazzi notturni». Un'idea come tante. Che potrebbe anche rappresentare una risposta. «Anche se», conclude Carboni, «del chiasso fuori dai locali devono occuparsene le forze dell'ordine».
I LOCALI Loro, i gestori dei locali finiti nel mirino, non negano l'esistenza del problema. «La gente», interviene Giuliano Deroma, anima del Tierre Mambotango, circolo di via La Marmora, «ha il diritto di dormire». Ma negano di essere direttamente responsabili. «Quando sono davanti ai locali, interveniamo per evitare gli schiamazzi. Ma spesso chi gira per il quartiere non necessariamente entra nei locali. In tanti, per esempio, acquistano alcolici al supermarket e si fermano in piazza Carlo Alberto senza essere entrati in nessun circolo. Gente sulla quale non possiamo minimamente intervenire».
IL QUARTIERE Giovani che fanno chiasso, che, magari, disturbano il sonno di qualche residente. Ma, forse, la posta vale la candela. «Mi raccontano», sostiene Deroma, «che qualche anno fa, Castello fosse una sorta di zona franca dove era impossibile passare a piedi di notte. Adesso anche le ragazze possono passeggiare tranquillamente per le strade del quartiere». Controllo sociale del quartiere. Ma non solo. «Questi», puntualizza Nello Fogheri, storico tesserato del Borgo Antico, l'altro locale che si affaccia in via La Marmora, «non sono pub ma veri e propri centri di aggregazione culturale: da noi ci sono serate dedicate alla poesia, a musicisti stranieri. Al Tierre si fa cineforum, presentazioni di libri, reading».
L'ASPETTO ECONOMICO E, poi, fattore tutt'altro che secondario, Castello rappresenta un punto d'attrazione irresistibile per i turisti. «Abbiamo investito tanto per riportare i cagliaritani e i turisti in Castello. La città deve vivere di giorno e di notte», disse quattro anni fa il sindaco Emilio Floris. Adesso i turisti ci sono. «E in tanti», racconta Deroma, «arrivano perché hanno sentito parlare di Castello da quegli studenti Erasmus che hanno imparato ad amare il quartiere». Non solo. «In un periodo di difficoltà economica, non si devono dimenticare tutte le persone che lavorano nei locali».
IL PASSATO Nonostante il ramoscello d'ulivo dei gestori dei locali, è muro contro muro. Ma dal passato può arrivare una lezione. Circa 17 anni fa, nell'altro versante di Castello, a Santa Croce, Danilo Argiolas incontrò, più o meno, gli stessi problemi quando aprì il Libarium. «Ma ora nessuno si lamenta più anche perché ho cercato di venire loro incontro. E i residenti, magari, mugugnano perché non trovano parcheggio. Ma si sono resi conto che, da quando c'è vita anche di notte, possono tornare a casa senza problemi».
MARCELLO COCCO

21/10/2009