Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ippodromo, corsa a ostacoli per la gestione

Fonte: L'Unione Sarda
3 giugno 2008

Il caso. Scaduto da un anno e mezzo il mandato del consiglio di amministrazione della Società ippica

A luglio la scuola di equitazione, ma mancano i fondi per il terzo lotto
Il sindaco aveva garantito l'inaugurazione nell'autunno del 2006. Ma erano tempi di campagna elettorale e le promesse non costavano nulla. La verità è che, se andrà bene, si vedrà un minimo di attività quest'autunno, cioè due anni dopo, quando partirà la scuola di equitazione, chiusa dal '92, e ci saranno le prime corse. Per le tribune da 1260 posti, il maneggio coperto, il pony club, i box per i cavalli ci sarà da aspettare. Perché il terzo lotto dei lavori (per i primi due sono stati spesi 4 milioni di euro) i soldi vanno ancora trovati.
Nel frattempo è in corso una guerra sotterranea per la gestione della Società ippica, la spa a capitale pubblico (69,57% Comune, 16,06% Camera di Commercio e 14,38% Regione) che governa l'ippodromo.
Il mandato del consiglio di amministrazione, presieduto dal generale Giangrabriele Carta, ex numero uno del Comando Autonomo della Sardegna, e composto da altri 6 consiglieri (Mario Duce, Franco Ghiani, Andrea Filippi, Paolo Moi, Vinicio Aresu, Emanuele Concas), è scaduto dal febbraio del 2007 e da allora, nonostante sia stato fatto un nuovo bando, è in proroga. La ragione? «Era in corso il secondo lotto dei lavori di ristrutturazione, non era opportuno cambiare i vertici in quella fase», spiega Carta. Ora che il secondo lotto è terminato? «Dovrebbe iniziare il terzo e se arrivasse un nuovo consiglio si troverebbe a gestire cose che non conosce», spiega Concas, vice presidente della società. Di proroga in proroga.
LA GUERRA SOTTERRANEA In realtà ci sarebbero una serie di difficoltà, diciamo, di scelta. A fine marzo dell'anno scorso al gabinetto del sindaco sono stati inviati 17 curriculum di altrettanti aspiranti a un posto in consiglio mentre qualche settimana fa Floris ha ricevuto una lettera seguita da 145 firme in cui i rappresentanti della tradizione dell'ippica e dell'equitazione cagliaritani chiedono la conferma del generale Carta alla presidenza, elencando una serie di ragioni. Una complicazione. Anche perché in ossequio alla Finanziaria 2007, che impone tagli nei cda degli enti pubblici, Floris ha annunciato da tempo la riduzione a cinque componenti, forse tre. Dunque aumentano le difficoltà di scelta.
LA LETTERA «In città si è sparsa la voce che il generale Giangabriele Carta sarà tra breve avvicendato alla guida della Società», scrivono, tra gli altri, Paolo Racugno, Giancarlo Gutierrez, Paolo Chapelle, Simonpietro Domeneghetti, Margherita Grimaldi, Nicolò Manca.
«A tal riguardo le chiediamo rispettosamente di resistere alle pressioni che sicuramente le arrivano da alcune parti politiche: chiunque fosse designato quale prossimo presidente, per quanto persona onesta, capace ed entusiasta, non potrebbe avere le qualità che il generale Carta assomma in sé. Il Generale è apprezzato e considerato negli ambienti dei cavalli e degli sport equestri: il Vicepresidente dell'Unire (Unione Nazionale Incremento Razze Equine), che governa tutto il galoppo in Italia, è un collega di Accademia del Generale e si è impegnato con lui, non appena disponibile la tribuna, a far rientrare il nostro ippodromo tra i primi dieci in Italia; il presidente della Fise (Federazione Italiana Sport Equestri), che è stato insieme al Carta uno degli Ufficiali del Centro Preolimpionico Ippico Militare, ha già offerto all'amico e collega di impiantare a Cagliari, presso l'ippodromo, il centro di formazione degli istruttori federali per tutta l'Isola. Riteniamo, caro Sindaco, che Giangabriele Carta rappresenti per la città la sintesi di tante opportunità che rischiano di esser vanificate e temiamo, con sincera apprensione, che possano ricrearsi quelle situazioni che per decenni, nonostante gli strenui tentativi delle persone che hanno preceduto il Generale nella presidenza, avevano affossato il progresso dell'ippodromo.
Pertanto, ben sapendo quanto sia difficile l'ambiente dei cavalli per via dei molteplici interessi che vi fanno capo, auspichiamo che il Generale Carta sia lasciato al suo posto, e che si salvi la continuità del delicatissimo processo di rilancio dell'ippodromo che egli ha appena iniziato».
Ma a quali pressione si riferiscono i 145 firmatari? Vedere i nomi dei 17 aspiranti alla società ippica può aiutare. I curriculum giunti al sindaco sono quelli di Alberto Ledda, Andrea Filippi, Gianni Chiappe, Luca Ruvioli, Maria Assunta Ghiani, Oscar Piazza, Franco Ghiani, Mario Duce, Anna Jennifer Manca, Paolo Moi, Giangabriele Carta, Guido Deidda, Bernardo Pisanu, Paolo Moi (omonimo del precedente), Francesco Bistrussu, Emanuele Concas, Silvia Petagna.
Nomi importanti? In apparenza no, anche se ciò non significa che le pressioni non esistano. Certo è che su un nome, quello di Francesco Bistrussu, si è creato un equivoco. Alcuni dei firmatari si sono convinti che si tratti di Raffaele, noto Lino, consigliere comunale dei Riformatori e alter nos all'ultima edizione di Sant'Efisio. E si dicono certi che la spunterà lui. Una chiara incomprensione.
IL FUTURO In attesa delle nomine, il futuro immediato dell'ippodromo è legato all'omologazione che l'Unire dovrebbe concedere entro l'estate. Se così sarà (ma il condizionale è d'obbligo), la pista cagliaritana (1200 metri) entrerà nel circuito nazionale del galoppo e potrebbe ottenere alcune corse. Forse già il 16 settembre ci sarà un concorso nazionale.
Nel frattempo, si dice a luglio, riaprirà la scuola di equitazione «e saranno assunti almeno quattro palafrenieri», si sbilancia Carta. Un decimo dei 40 dipendenti annunciati due anni fa. Come si paga la scuola di equitazione? Con quali fondi si acquistano i cavalli? «Con qualche fondo risparmiato, altri ce li facciamo prestare da chi non li può utilizzare spesso. Noi li manteniamo e intanto li usiamo la scuola. Possiamo spendere sino a 40 mila euro all'anno», informa il generale.
IL TERZO LOTTO Rimane il nodo dei fondi per il terzo lotto. I primi due sono stati finanziati con 1,5 milioni dal bilancio comunale e 2,5 della legge 37, il Piano straordinario per l'occupazione. Gli altri? Due anni fa si disse che il terzo sarebbe stato autofinanziato con gli introiti dell'attività. «Chi gestirà l'impianto verserà metà degli incassi alla società ippica. Ci sono alcune offerte, valuterà il consiglio di amministrazione», disse Carta. Sembra si trattasse della Trenno e della Ipoweb, tra i leader della gestione degli ippodromi.
Sul fronte scommesse era stato annunciato un interesse della Snai. C'è ancora? Non si sa. certo è che Carta ribadisce che «i soldi non sono un problema. Ce li darà l'Unire che ha come scopo sociale lo sviluppo degli ippodromi. Ma ci sono anche altre fonti di finanziamento, anche comunali». E chi frequenterà l'ippodromo? Chi garantirà le entrate? «C'è un bacino di 5000 allevatori sardi e di migliaia di fantini della penisola che potrebbero venire qui a svernare, grazie al clima favorevole».
FABIO MANCA

02/06/2008