Rassegna Stampa

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Torna Autunno danza a Cagliari, tra performance e creatività emergente

Fonte: web sardiniapost.it
9 settembre 2021

 Torna Autunno danza a Cagliari, tra performance e creatività emergente
 

Cultura e arte sono strumenti formidabili di riflessione su quello che succede intorno a noi, in grado di fornirci gli strumenti per rielaborare le nostre esperienze e di produrre un cambiamento. Il concetto intorno a cui ruota l’evento è quello della vulnerabilità in un mondo scosso dalla pandemia e che ha scoperto (riscoperto) il tema della nostra inevitabile fragilità, della precarietà dei singoli e del pianeta stesso. Una fragilità che ha investito naturalmente anche il mondo artistico, entrato in uno stato di sospensione dovuto alle conseguenze della diffusione del virus. Per la sua ventisettesima edizione Autunno danza, il festival di danza contemporanea e arti performative diretto da Momi Falchi e Tore Muroni, parte da qui cercando di sviluppare riflessioni attraverso una serie di spettacoli che parleranno il linguaggio della creatività e della ricerca. Gli spazi sono principalmente due: Sa Manifattura – e in particolare Tab, la nuova sala gestita da Sardegna Teatro con la residenza permanente di Is Mascareddas (leggi l’articolo) – e il Teatro Massimo di Cagliari. Una edizione di resistenza e di ripartenza – nonostante le inevitabili limitazioni dovute al Covid, specie per la presenza di artisti internazionali – che si muove lungo due direttrici principali: la proposta di performance di nomi consolidati e il sostegno alla creatività emergente.

In particolare, il progetto Fuorimargine – nato nel 2019 – è una costola di Autunno danza che rappresenta “il nostro sguardo verso il futuro”, spiega Falchi. Una residenza artistica – in programma dal 13 al 26 settembre alla Manifattura – che integra la ricerca del festival: “Un modo – dice Muroni – di trasmettere competenze agli artisti locali e di produrre delle performance in grado di aprirsi alla città, alla sua architettura e al suo paesaggio”. Autunno danza ha selezionato dieci giovani performer di varia provenienza e formazione, che dialogheranno – sotto lo sguardo del coreografo e danzatore Jacopo Jenna, in qualità di tutor – con gli artisti selezionati nel 2020: Chiara Aru, Paola Drera e Edoardo Mozzanega. “La creatività è un bene comune – aggiunge Muroni -, un rifugio che va curato e tutelato anche col confronto tra le istituzioni, la società civile e la cultura emergente”. Un concetto che sottolinea pure Massimo Mancini, direttore di Sardegna Teatro che anche quest’anno è partner dell’evento: “Occorre sostenere la creatività da zero, fabbricare partendo da un’idea nuova senza proporre cose già viste altrove. Quando un giovane ha un’idea bisogna ascoltarlo, dargli una possibilità”. Giovedì 16 e venerdì 17 l’edizione 2020 di Fuorimargine sarà raccontata attraverso il film di Massimo Gasole, Memory Layers, come progetto visivo collettivo sviluppato intorno ai corpi, in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission. A seguire i lavori dei performer selezionati nel 2020: Edoardo Mozzanega con Dream of a tiger – a ritual lecture, Chiara Aru con Oh my Gad! e Paola Drera con Codice Morse – lo studio; tutti accomunati dall’interrogarsi intorno a codici, segni e linguaggi: rispettivamente, l’animalità, il disturbo di ansia generalizzata e l’alfabeto di comunicazione a distanza.

Tra gli spettacoli più attesi, The wall performance cross con la danzatrice Sara Marasso e il contrabbassista Stefano Risso, che crea un’occasione per fare incontrare le persone e raccogliere idee e sogni su ciò che si può trovare al di là del muro, provando a immaginare cosa ci sia dall’altra parte.  Mercoledì 22 e giovedì 23 settembre, alle ore 20 Daniele Albanese propone Home Altrove, spettacolo che rappresenta una cornice di riflessione sulla comunicazione invisibile tra l’azione e il pensiero, tra ciò che è qui e ciò che è altrove.  Venerdì 24 e sabato 25 settembre, Aru, Drera e Mozzanega presentano gli esiti finali dei processi di ricerca sviluppati insieme al gruppo di dieci performer intorno a delle chiavi predefinite: l’esercizio di far emergere i propri demoni personali con Home Demon, la possibilità di smarrirsi e ritrovarsi con Ricalcolo#3 e l’esplorazione del potere collettivo di un pisolino pubblico con Public Nap.

 

Da ottobre Autunno danza si trasferisce al Teatro Massimo, dove a partire dal 2 propone Sorakhe, il lavoro della compagnia marocchina Hna-ya. Sorakhe – che significa ululato – nasce dalla situazione di un giovane disilluso che lancia questo ululato quasi impossibile da esprimere, provando così a connetterlo al corpo, come ultimo mezzo di formulazione e resistenza alla repressione. Spettacolo selezionato alla Biennale della danza in Africa di Marrakesh, per la prima volta in Italia. Dal 7 al 17 ottobre, Anna Fascendini (Scarlattine teatro) propone Corpo lib(e)ro, performance per la primissima infanzia, a cui Autunno danza dà un sostegno produttivo, insieme a Campsirago, Sardegna Teatro, Tip Teatro instabile Paulilatino e festival Tuttestorie. Si riprendono performance che non era stato possibile portare avanti nell’autunno 2020 – causa brusca chiusura dei teatri per normativa anti-Covid – e mercoledì 13 e giovedì 14 ottobre, alle ore 21 e 19, il duo composto da Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi mostra al Massimo Harleking, lavoro che incrocia danza e commedia dell’arte nella figura di Arlecchino, demone dal volto cangiante. Sabato 16 e domenica 17 ottobre, la giovane danzatrice Lucia Guarino propone Superstite, una riflessione sul corpo superstite e il fascino del vuoto. Ultimo appuntamento domenica 31 ottobre, alle ore 19 con Simona Bertozzi, autrice, danzatrice e coreografa nota in tutta Europa, con il nuovo lavoro Quel che resta, un duo danzato con Marta Ciappina, che esplora dinamiche di movimento, comportandosi come un organismo vivente.