Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Beni culturali, occhio alla gestione

Fonte: La Nuova Sardegna
15 ottobre 2009

GIOVEDÌ, 15 OTTOBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari



Il direttore regionale Garzillo: «Ripenseremo le convenzioni locali»



PORTE APERTE Due giorni di dibattiti per il progetto ministeriale di favorire l’incontro tra cittadino e uffici di tutela

CAGLIARI. L’apparato dei beni culturali vuole farsi conoscere dal pubblico e favorire l’accesso dei cittadini alla cultura custodita nelle biblioteche e negli uffici di tutela. Il progetto è nazionale, ieri il direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici ha spiegato che rivaluterà le convenzioni stipulate per la gestione dei beni statali. Scopo: far rispettare le leggi, anche europee.
Il direttore dei beni culturali e paesaggistici dell’isola, Elio Garzillo, è intervenuto al convegno di esordio della due giorni dedicata al tema «Cultura a porte aperte» che ha toccato diverse regioni italiane e ieri, nella Biblioteca settecentesca dell’Università, ha partecipato al dibattito su «ßeni culturali: sistemi di gestione e gestione dei sistemi». Di mattina ha coordinato gli interventi la direttrice della Biblioteca Ester Gessa, nel pomeriggio il tavolo tecnico «per la ricerca di un percorso comune di sviluppo del settore culturale» tra ministero dei beni culturali, enti e associazioni è stato moderato dal giornalista Carlo Figari. Il problema era: come aprirsi al cittadino. La risposta del direttore dei beni culturali sardi è stata forte e chiara: rispettare prima di tutto le leggi europee e statali che mai, per esempio, farebbero pagare il biglietto di un monumento a un bambino di sei anni oppure a un cittadino sopra i 65. Garzillo, in margine al convegno: «In Sardegna ci sono venti siti archeologici, di cui 15 piuttosto importanti, fino a pochi anni fa erano interamente tenuti dallo Stato, poi sono stati affidati ai comuni i quali li hanno quasi tutti dati in gestione a gruppi privati, cooperative soprattutto. Le convenzioni che regolano questi rapporti sono di due tipi, in particolare quelle stipulate negli ultimi anni hanno una quantità di regole vicina allo zero. Nei siti statali dove si rispettano le normative i cittadini fino a 18 anni non pagano, così quelli sopra i 65, e poi ci sono varie categorie che non pagano oppure che godono di agevolazioni. Invece ho trovato che in quasi tutti i siti c’è totale libertà rispetto alle norme. In vari siti i bambini sono esclusi dal biglietto fino a 5 anni, come nei pullman. E per i biglietti c’è una moltiplicazione del prezzo perlomeno di tre volte di quello che sarebbe con lo Stato, ma le manutenzioni ordinarie non sono a carico dei gestori. La situazione l’ho segnalata formalmente ai prefetti, agli enti locali e alla Regione, alcuni prefetti hanno dato seguito, la Regione non ha risposto. L’obbiettivo deve essere la massima fruizione, il costo del biglietto è certo un mezzo per favorirla. In alcuni siti adottano l’escamotage della visita guidata obbligatoria. In altri siti fanno pagare a partire dai 12 anni, ma le scolaresche pagano, con uno sconto se i ragazzini sono più di trenta. Ecco perché ho intenzione di valutare i contenuti delle convenzioni stipulate». Dolores Deidda del Formez ha illustrato le innovazioni in materia di gestione delle risorse culturali nella programmazione regionale 2007-2013, è intervenuta anche l’assessore alla Cultura, Lucia Baire, Pierpaolo Forte docente di diritto amministrativo all’università del Sannio ha presentato i «modelli giuridici della valorizzazione».