Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Siamo vittime del degrado»

Fonte: La Nuova Sardegna
12 ottobre 2009

SABATO, 10 OTTOBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari


L’opposizione: «Occorre un piano-manutenzioni»




ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. «Lo sviluppo del settore delle costruzioni è un obiettivo condivisibile, ma l’aumento delle volumetrie di cui si discute in Regione non garantisce un’inversione di tendenza rispetto al problema del caro-casa», sottolinea Massimo Zedda, consigliere comunale e regionale della Sinistra. Inoltre «il progetto del governo dell’isola - continua - non sembra indirizzato a risolvere un problema già sollevato in consiglio comunale, quello legato all’incuria di numerosi edifici privati e, ancor più grave, di numerosi immobili pubblici, che versano da anni in condizioni di degrado». Da sottolineare come «le proposte del centrodestra non prevedono stanziamenti per manutenzioni, mentre nè il pubblico, nè il privato sembrano avere queste risorse». Per Cagliari, il piano-casa regionale «non risolverà i problemi cronici della città - precisa Zedda - negli ultimi dieci anni, almeno ventimila residenti hanno abbandonato il capoluogo: una fuga, soprattutto dei più giovani, verso l’hinterland e ben oltre la cinta dell’area vasta, causata dall’assenza di una seria ed efficace politica per la casa, che preveda incentivi sia per i proprietari che per gli inquilini, così da far emergere il nero e far diminuire i canoni d’affitto».
Il problema è che in città «l’edificazione di nuove strutture edilizie non è disciplinata nemmeno dall’andamento demografico, che vede Cagliari avere una popolaziione sempre più vecchia», sottolinea Claudia Zuncheddu, consigliere comunale e regionale dei Rossomori che, assieme a Zedda, presenterà una mozione sull’argomento in assemblea municipale. Nel capoluogo dell’isola, insomma, «non si tratta di ingrandire l’esistente, ma di trovare - continua Zuncheddu - spazi vivibili. In questa prospettiva l’amministrazione potrebbe utilizzare i vuoti urbani ancora presenti nel centro storico e causati a suo tempo dai bombardamenti».
Per rilanciare l’edilizia, affermano i due consiglieri, «bisognerebbe intervenire senza aumentare le cubature: con il recupero attraverso interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria».