Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rifiuti, polemiche e blitz indipendentisti

Fonte: L'Unione Sarda
30 maggio 2008


Quarto sbarco al porto canale, l'Irs ferma il convoglio per un'ora
Nonostante i due tentativi di militanti indipendentisti di fermare il quarto arrivo di rifiuti, i 75 camion con quasi 2 mila tonnellate sono da ieri sera al Casic.
Settantatrè, settantaquattro, settantacinque. Sono le 20.30 e il cancello del Casic si può chiudere alle spalle dell'ultimo camion zeppo di spazzatura. Finisce un lunghissimo pomeriggio di vento, polemiche e dimostrazioni indipendentiste, si chiude la parte dedicata a flash e telecamere e comincia la pesatura dell'imponente carico di spazzatura made in Napoli. Si procede al peso, ma anche all'esame accurato della merce appena sbarcata, per scongiurare sgradite sorprese. Va in archivio il quarto capitolo - il maggiore - dell'operazione-solidarietà Sardegna-Campania. Il maggiore, forse il più tormentato: ieri è successo di tutto, al ritardo di 24 ore degli autisti degli automezzi, poco dopo l'attracco (erano le 13.40) si è aggiunto il blocco per alcune ore del portellone-ponte della "Carlo Morace". E si è perfino guastato l'elevatore che conduce i camion dal primo piano a quello d'uscita. Un disastro, ed eravamo solo all'inizio.
ALLA CAMERA Mentre il supercontainer cominciava le manovre d'avvicinamento al porto canale, il sottosegretario Guido Bertolaso incontrava a Roma la commissione Ambiente della Camera. Uno dei componenti, il deputato azzurro Mauro Pili, ha chiesto a Bertolaso di impedire nuove spedizioni di rifiuti urbani in Sardegna e, per quanto in suo potere, di annullare l'accordo preso dal suo predecessore De Gennaro con la Regione. Il neo sottosegretario risponderà martedì, nessuna indiscrezione trapela sul piano di lavoro dell'ex numero uno della Protezione civile.
IL PRIMO BLOCCO Per due giorni, fra pioggia, vento e un sole caldissimo, i militanti di Sardigna Natzione hanno atteso l'arrivo della "Carlo Morace" all'uscita del porto canale. Appena il container bianco e arancio ha cominciato ad avvicinarsi al molo d'attracco, fuori Cumpostu e i suoi hanno indossato maschere e tute bianche, accumulando sulla strada rami secchi, vecchi copertoni, pietre e fogliame, uno sbarramento per impedire ai mezzi «l'ingresso in Sardegna». Per terra, fantocci che volevano rappresentare governanti di oggi e di ieri. Primi momenti di tensione quando il vicequestore Giuseppe Gargiulo e i suoi collaboratori sequestrano un tricolore, prossimo a finire in cenere: gli indipendentisti reagiscono male, si sfiora il contatto fisico ma nient'altro. «Voi fate le vostre manifestazioni, ma non impedite il passaggio dei mezzi», questo in sintesi il messaggio dei vertici delle forze dell'ordine.
Alle 18 i primi venti camion passano indenni il primo blocco, qualcuno fra i militanti cerca il gesto clamoroso ma tutto fila liscio, salvo un malore e una contusione alla spalla per due giovani manifestanti.
IL BLITZ Quelli dell'Irs scelgono un'altra strada. Gavino Sale, nel primo pomeriggio, compie un primo sopralluogo e poi sparisce. All'uscita dei variopinti camion napoletani, la Volvo verde muschio del leader dell'Irs ricompare e passa lentamente vicino alle forze dell'ordine, schierate in assetto da ordine pubblico. Sono le 18.45 quando il convoglio dei primi venti automezzi viene superato e poi bloccato, con un'azione militare bene organizzata, sul viale che conduce al Casic. Una ventina d'auto chiude ogni varco, gli autisti abbandonano i mezzi, la polizia cerca di sbloccare la strada ma senza successo. Arrivano due autogru, la tensione sale, si materializza l'assessore regionale dell'Ambiente Cicito Morittu e intavola con Sale un lungo faccia a faccia, in mezzo a una folla di militanti, agenti di polizia e cronisti. Morittu sottolinea il significato della decisione di rendere disponibile l'impianto del Tecnocasic: «Solidarietà a una regione in ginocchio, in piena emergenza». Sale ribatte, chiamando in causa esercitazioni militari da fermare, fanghi d'acciaio da respingere, rivelando anche un inquietante episodio che si ripeterebbe, a Portovesme, all'arrivo dei camion con un carico radioattivo: «Sappiamo chi è che governa l'arco che misura la radioattività, sotto il quale devono passare i mezzi», dice Sale, «e sappiamo che fa funzionare quell'impianto quando gli fa comodo». Morittu si è impegnato a rappresentare in Giunta anche queste ultime considerazioni del leader del movimento.
Mentre l'Irs tiene in scacco una ventina di camion, gli altri cinquantacinque raggiungono senza problemi il Casic. Passando da un'altra strada.
UNA GOCCIA Da Napoli, hanno seguito in diretta tutte le fasi dell'operazione "Carlo Morace", dalle difficoltà dell'attracco fino ai blitz degli indipendentisti. «Stiamo arrivando, con fatica, a una situazione di quasi normalità», dicono al commissariato per l'emergenza rifiuti. Ogni giorno, solo la città di Napoli produce 7000 tonnellate di immondezza, mentre il termovalorizzatore di Macchiareddu ne brucerà meno di 2000 in alcuni giorni: «Una goccia, d'accordo, ma è il penultimo passaggio di un accordo preso con la Regione», dicono al commissariato, «ci serviva una mano, urgentemente, per scongiurare scenari peggiori». Penultimo significa che ci sarà un altro invio? «Mancano, per chiudere l'accordo, poco più di mille tonnellate, ma siamo quasi certi di non dover effettuare un'altra spedizione, smaltiremo tutto in Campania». Al commissariato - gestito ancora dallo staff del prefetto De Gennaro - non smentiscono la cifra che hanno dovuto stanziare (e pagare) per questa spedizione: circa 100 mila euro, fra l'affitto della nave, il noleggio dei 75 mezzi, vitto e alloggio degli autisti e lo smaltimento della spazzatura, che dalle nostre parti si paga «decisamente meno rispetto ad altre regioni». Per le strade di Napoli e dintorni, restano 25 mila tonnellate di sacchetti. È ancora una montagna.
ENRICO PILIA

30/05/2008