Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Canile vietato, randagi da sterilizzare

Fonte: L'Unione Sarda
5 ottobre 2009

Le associazioni degli animalisti: «Ecco i rimedi per risolvere una situazione insostenibile»

La struttura di via Po è satura, il Comune vieta gli ingressi

Il Comune assicura di aver effettuato in un anno 150 interventi per la sterilizzazione: in questo caso si tratta di randagi e non dii cani dei privati.
«È inutile riempire i box del canile. Sei, sette cani non possono stare bene insieme in uno spazio ridotto. Per combattere il randagismo è necessaria una sterilizzazione a tappeto». Così le associazione animaliste commentano la recente ordinanza del sindaco, che vieta nuovi ingressi nel canile comunale.
L'ALLARME La struttura di via Po è strapiena, non è in grado di accogliere altri esemplari: «La situazione cambierà quando aumenteranno le adozioni», spiega Piero Frongia, dirigente del Servizio assistenza zooiatrica, «e comunque non lasciamo per la strada i quattrozampe feriti o quelli sequestrati che possono creare problemi per la sicurezza». I volontari delle associazioni parlano di poca prevenzione: «Se venisse effettuata la sterilizzazione e la castrazione a tutti i cani e gatti non ci sarebbe il problema dei rifugi pieni», è il parere dei soci della Kerberos, «in giro c'è tanta ignoranza su questo tema, anche i privati devono capire che far accoppiare il proprio animale non è la scelta migliore».
IL PROBLEMA I randagi che vagano per la città vivono in condizioni non ottimali, la maggior parte sono malati e possono diventare pericolosi per gli automobilisti: «Lasciarli per strada non mi sembra la soluzione migliore, bisogna pensare alla costruzione di nuovi canili e creare progetti per sensibilizzare i cittadini. Qui non c'è ancora la cultura della sterilizzazione», sottolinea Mariella Martino, responsabile dell'associazione Arcus, «è necessario inoltre andare incontro ai proprietari economicamente, per un intervento di sterilizzazione non bastano 150 euro». Il Comune di Cagliari assicura di aver effettuato in un anno 150 interventi per la sterilizzazione: i pazienti, in questo caso, sono i trovatelli e non i quattrozampe dei privati.
I VOLONTARI Condividono l'ordinanza del sindaco i volontari dell'associazione Amici Miei 2: «Bisogna tener conto che ci sono delle leggi che impongono gli spazi in cui possono stare gli esemplari. Basta un controllo dei Nas per far chiudere le strutture. Quello che ci vuole veramente è un controllo rigido per il microchip, solo così possono diminuire realmente gli abbandoni». Meno cani liberi significa meno pericoli per i cittadini, meno malattie e nessuna ordinanza del sindaco. In canile da qualche settimana si vive una situazione allarmante: sono 250 gli ospiti, in realtà dovrebbero essere 200. (Per adottare un cucciolo dalla struttura di via Po chiamare lo 070-272859, la mattina).
FRANCESCA GHEZZO

04/10/2009