Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Aperture domenicali, si torna indietro

Fonte: L'Unione Sarda
5 ottobre 2009

Commercio. Il calendario delle attività regolato da un'ordinanza del 2008. Federdistribuzione: scelte anacronisctiche

Ipermercati chiusi il 18 ottobre. Orari ridotti nei market

Con l'arrivo dell'autunno, cambiano le regole per le aperture domenicali, in attesa che il consiglio regionale modifichi la legge in vigore. In città la grande distribuzione costretta a chiudere il 18 ottobre.
Il primo assaggio di chiusura obbligatoria andrà in onda tra due settimane, domenica 18 ottobre: una serrata a reti unificate, almeno per la grande distribuzione. Tradotto: le città-mercato di Cagliari non potranno aprire, mentre i supermercati medi avranno la possibilità di farlo, ma solo di mattina. L'ordinanza sindacale del 29 dicembre 2008, seguendo il dettato della legge regionale, stabilisce il calendario delle aperture: serrande abbassate per tutti i negozi al dettaglio a Natale e Santo Stefano, Capodanno, Pasqua e 25 aprile. Grandi strutture chiuse per Epifania, primo maggio, Pasquetta e Ferragosto, oltre alla terza domenica di febbraio e alla quarta di marzo. Regole che salvo colpi di scena saranno valide anche per il 2010, a meno che non arrivino novità da via Roma, sulla sponda del Consiglio regionale: prima della fine dell'anno potrebbe arrivare una nuova legge sul Commercio, che manderebbe in soffitta quella della Giunta Soru. Il testo approvato a giugno dalla sesta commissione dovrebbe assicurare ai negozianti e alle gallerie commerciali la possibilità di aprire tutti i giorni dell'anno. Verrebbe cancellato così ogni paletto, anche la scelta sulla chiusura domenicale che l'attuale norma regionale lascia ai Comuni.
GLI ALTRI COMUNI Ma se Alghero e Sestu hanno concesso piena libertà ai commercianti, il calendario di Cagliari è frutto delle trattative tra il Municipio e le associazioni di categoria e sindacali. E allora: la grande distribuzione sarà costretta a chiudere dodici giorni all'anno. Oltre alle feste comandate, anche tre domeniche durante le quali potranno (ma sarà una libera scelta) invece aprire le «medie strutture a prevalenza alimentare». Obbligo di serrata in uno dei giorni dove i fatturati salgono perché la clientela non manca mai.
«Qualsiasi vincolo è anacronistico e incostituzionale», attacca Agostino Cicalò, numero uno in Sardegna di Federdistribuzione. «È un paradosso che possa aprire un piccolo negozio di alimentari e non la grande distribuzione. In questo modo si obbliga per legge un consumatore a preferire un'attività al posto di un'altra. È un'economia sovietica, pianificata, un modello che non funziona più. Se andremo avanti così, finiremo definitivamente nelle mani di francesi e tedeschi, che stanno acquistano i marchi della grande distribuzione».
L'ASSESSORE Paolo Carta, assessore comunale alle Attività produttive, ricorda come si è arrivati all'ordinanza che regola aperture e chiusure: «L'anno scorso si è cercato di contemperare le varie esigenze: quelle dei lavoratori e quelle degli imprenditori. Anche se è una contraddizione che il calendario sia stato deciso insieme ai sindacati. La tutela dei lavoratori è affidata al contratto nazionale, non è un compito dell'assessorato alle Attività produttive». Domenica di riposo? «La mia posizione è quella che viene fuori dalla mediazione. È vero, le città-mercato dovranno chiudere alcune domeniche, ma bisogna anche salvaguardare il piccolo commercio». Presto potrebbe arrivare anche un accordo tra le amministrazioni dell'Area vasta: «Quartu è d'accordo: serve un programma comune per evitare che la gente si sposti da un centro all'altro».
MICHELE RUFFI

04/10/2009