Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Architettura e turismo uno sguardo oltre i soliti luoghi comuni

Fonte: La Nuova Sardegna
29 maggio 2008

GIOVEDÌ, 29 MAGGIO 2008

Pagina 35 - Cultura e Spettacoli






WALTER PORCEDDA
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Sceglie la prosa affilata, pungente e provocatrice dello scrittore globetrotter Lawrence Osborne come manifesto ideale, la seconda edizione di Festarch che viene inaugurata oggi alle 21 nella Manifattura Tabacchi di Cagliari dal Governatore Renato Soru alla presenza del Sindaco Emilio Floris e la lezione magistrale di Jacques Herzog dedicata al progetto di recupero dell’ex area mineraria di Monteponi di Iglesias. Ed è proprio un breve estratto da quel lucido saggio di contemporaneità pubblicato due anni fa, «The Naked Tourist» (l’anno scorso tradotto da Adelfi in «Il turista nudo») che è propedeutico - anche nel suo andare controcorrente- al tema di questo anno: architettura e turismo planetario. Scrive Osborne che «Con un giro d’affari annuo nell’ordine dei cinquecento miliardi di dollari, il turismo si avvia a diventare la più importante industria al mondo. Influenza lo sviluppo economico di moltissime in città, e di quasi altrettanti paesi. Tra il 1950 e il 2002 i viaggiatori diretti all’estero, per lavoro e no, sono passati da venticinque a cinquecento milioni l’anno, segnando una vistosa trasformazione dell’imprenditoria planetaria. Oggi l’occupazione principale di centinaia di milioni di esseri umani è l’intrattenimento di altre centinaia di milioni di loro simili. Vogliamo esperienze nuove - e le vogliamo confortevoli, pagabili sull’unghia, sicura».
Viaggiare d’altra parte può essere anche un’avventura molto dolorosa. Persino noiosa e con molti grattacapi, soprattutto in questi giorni in cui il cosiddetto turismo di massa ha livellato la vacanza ad un unico triste prodotto. Non importa dove si va. Tutti i luoghi si assomigliano e quell’ansia di scoprire, di ritrovare se stessi e di conoscere viene drammaticamente ridotta a simulacro. Quindi? Occorre cambiare direzione. Basta con i non-luoghi e i «villaggi-vacanze ghetto». Bisogna immaginare spazi, innovare e costruire nel rispetto della propria storia. Solo così si può dare un senso alla vita. E anche all’economia. In altre parole, mettere assieme turismo e architettura sembra diventare sempre più passaggio obbligato e necessario per lo sviluppo. Uno (con)tiene l’altro. La rivalutazione dello spazio urbano, la tutela del paesaggio e delle coste, la progettazione di funzionali e anche avveniristiche strutture, ecologicamente compatibili, centri cittadini a misura d’uomo, villaggi, rurali e marinari aperti a forme di sperimentazione residenziale. Sono alcune delle nuove frontiere sulla quale si gioca forte la scommessa dell’Unione Europea che mette assieme politiche ambientali e turismo spingendo non a caso in direzione della ricerca di nuove forme di integrazione («È paradossale che il turismo sia così poco integrato nel lavoro dell’Ue, dal momento che riveste un ruolo così importante nella vita dell’Europa», ha dichiarato nel 2006 il Segretario di Stato francese per il turismo, Michelle Demessine, ai membri del Parlamento europeo nel corso della presidenza francese dell’Ue). Ed è anche la via obbligata della nostra regione che attraverso momenti come Festarch sperimenta e discute con il meglio della architettura contemporanea. Così questo festival voluto dalla Regione e allestito in collaborazione con le Università di Cagliari e Sassar, l’Inarch, la collaborazione del Comune cagliaritano e il patrocinio della Serpentine Gallery dui Londra, Storefront di New York e il Man di Nuoro, con la direzione artistica di Stefano Boeri e Gianluigi Recuperati ha chiamato anche stavolta fino al 1 giugno: ovviamente degli architetti di fama ma anche registi, artisti, performer, uomini di filosofia, d’arte e spettacolo per dare forma a un nuovo pensiero. Sullo spazio abitato e quello vissuto. Dai residenti e di chi non lo è. Ecco quindi la presenza di Herzog e Rem Koolhas, coinvolti in progetti creativi nell’Isola, ma anche Floris Alkemande, Quinquyn Ma, Junya Ishigami, Giovanni La Marra, Fabio Novembre, Italo Tota, Benedetta Tagliabue, Barbara Aronson etc.... Designer e artisti come Vito Acconci, Marcella Vanzo, Pinuccio Sciola, Andrea Branzi, Patricia Urquiola... Scrittori e curatori come Achille Bonito Oliva, Gillo Dorfles, Geoff Dyer, Flavio Soriga, Tom McCarthy, Richard Mason, Rick Moody, Michela Murgia, Marcello Fois. Non manca l’occhio di tre grandi fotografi come Oliviero Toscani, Mario Dondero e Paolo Rosselli e la musica di ricercatori come Stefano Scodanibbio e Gavino Murgia. Spazio anche alla stretta attualità con una lezione magistrale di Guido Bertolaso e un’intervista sul G8 a La Maddalena fatta in pubblico dal giornalista di Raiuno David Sassoli al nostro Presidente Renato Soru.
Corollario al tutto le mostre, ma anche le performance ordite dal Man con l’agenzia viaggi clandestini Vu Vulà e il Minifestarch, animazione dedicata ai bambini dagli 11 ai 14 anni. Come lo scorso anno il festival si terrà nel grande spazio della Manifattura Tabacchi dove si potrà fare lo slalom tra i numerosi eventi (anche in contemporanea) in ben cinque sale. A partire dalle ore 10 e 30 del mattino sino a notte inoltrata.