Rassegna Stampa

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Covid, Regione in ritardo sulla scuola: ancora niente test sierologici per i prof

Fonte: web sardiniapost.it
31 agosto 2020

Covid, Regione in ritardo sulla scuola: ancora niente test sierologici per i prof


Sui social li hanno già crocifissi. E accusati di non volersi sottopporre al test sierologico per stare ancora in vacanza. Ma in Sardegna va diversamente: i docenti dell’Isola, anche volendo, non possono accertare se hanno sviluppato (o meno) gli anticorpi al Covid-19 perché la Regione non ha ancora fornito i kit ai medici di base. Cui spetta fare l’esame  in ambulatorio prelevando una goccia di sangue.

Dunque la Sardegna fa registrare un altro ritardo nella gestione del coronavirus. E forse a insaputa del ministero alla Pubblica istruzione (Miur). Tutto ruota intorno ai kit per i test rapidi anti-Covid: i medici di famiglia li avrebbero dovuti ricevere già dal 24 agosto. Ma arrivati all’ultimo giorno del mese, la Regione non ha ancora provveduto alla consegna.

L’invito a sottoporsi allo screening sanitario l’ha lanciato lo scorso 22 agosto il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri. In sedici (patetiche) righe, in cui si legge che sulla scuola “siamo abituati a fare grandi cose, tutto insieme”, viene annunciata la proposta di fare “un semplice test sierologico gratuito e indolore dal proprio medico di base”, portandosi dietro la tessera sanitaria.

Vero che in Sardegna l’inizio dell’anno scolastico è posticipato di una settimana rispetto al calendario nazionale: nell’Isola si comincia il 22 settembre anziché il 14. Ma se i kit non vengono consegnati per tempo, si rischia un ulteriore e clamoroso rinvio perché sono 23mila gli insegnanti da testare. O ri-testare una seconda volta – con il tampone – nel caso in cui con l’esame del sangue venisse rilevata la presenza di anticorpi (Igg e Igm). Aprendo a due scenari: malattia in corso (in questo caso scatterebbe immediata la quarantena) o virus contratto di recente (ma senza conseguenze pratiche in termine di isolamento obbligatorio).

Fatto sta che adesso l’istruzione sarda è nel limbo. I medici di base non sono stati ancora messi nelle condizioni – da dipendenti pubblici quali sono – di dare un contributo alla riapertura delle scuole. Dove, con molta probilità, lezioni in presenza e in videoconferenza si alterneranno per non riempire le aule e quindi tenere basso il rischio di contagio. Ma l’opzione della didattica mista non è sufficiente a far tornare in cattedra i docenti. Solo coi test sierologici la scuola può partire davvero. Tra ventidue giorni esatti, se la classe politica sarda non vuole finire di perdere la propria credibilità. (al. car.)