Rassegna Stampa

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Coronavirus, l’Unità di crisi regionale: “Serve protocollo di rientro dall’Isola”

Fonte: web sardiniapost.it
27 agosto 2020

Coronavirus, l’Unità di crisi regionale: “Serve protocollo di rientro dall’Isola”

“È opportuno che il Governo preveda con urgenza un protocollo per il rientro protetto dalla Sardegna di positivi asintomatici e persone in quarantena: queste persone devono poter tornare a casa, hanno con sé solo una valigia e vivono chiuse in una stanza, non è questa una condizione ottimale né dignitosa”. Così Marcello Acciaro, esperto dell’Unità di crisi della Regione Sardegna per l’emergenza Covid, intervistato da Sky Tg24 nel programma di approfondimento pomeridiano.

Secondo Acciaro, questo accordo “deve arrivare in tempi strettissimi per consentire a tutti i turisti con tampone positivo effettuato in Sardegna e ai loro contatti ora in isolamento, di fare ritorno nei proprio luoghi di residenza. Meglio chiusi a casa propria – spiega – che in una stanza di albergo o in appartamenti poco confortevoli”.

Quanto al negoziato in corso per la reciprocità dei test tra Lazio e Sardegna, Acciaro conferma che al momento l’intesa non c’è. “Ho sentito anche questa mattina l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu: siamo ancora in fase di trattativa, nessun accordo finora è stato chiuso”, chiarisce.

Sull’impennata di contagi legati alla movida, Acciaro sottolinea la diversità del turismo in Costa Smeralda rispetto alle altre località della Sardegna. “Chi frequenta la Costa è abituato a spostarsi da un posto all’altro, anche del mondo: molti dei positivi accertati sono approdati qui dopo aver fatto tappe in Spagna, in Grecia e a Malta. Casi di importazione, quindi: virus contratto altrove ed esploso in Sardegna con la verifica dei tamponi, oppure direttamente nelle loro città una volta rientrati dalle vacanze. In altre località dell’Isola, invece – argomenta il responsabile dell’Unità di crisi per il nord dell’Isola – questi problemi non ci sono stati. Penso all’Oristanese, una zona Covid-free”.

Costa Smeralda, quindi, osservata speciale. Ma ormai il coronavirus ha ‘spento’ la movida in questo angolo di turismo esclusivo. Dal Billionaire al Sottovento, uno ad uno i locali più gettonati hanno chiuso i battenti. E adesso è corsa ai tamponi, mentre si moltiplicano le persone in quarantena. I dipendenti di tutti i locali della Costa, ma anche di San Teodoro, vengono sottoposti in questi giorni ai test per verificare la positività o meno al covid. I risultati si conosceranno nel giro di 48 ore. Domani, intanto, dovrebbe arrivare il responso sui 150 tamponi effettuati tra il personale di Isuledda, il villaggio-camping di Cannigione dove sono state accertate alcune positività tra i circa 1.600 ospiti della struttura. Dal numero di contagiati si capirà se procedere con i test anche ai villeggianti.