Rassegna Stampa

web sardiniapost.it

Truzzu e la ‘ripartenza’ lenta di Cagliari: “L’importante è mantenere le distanze”

Fonte: web sardiniapost.it
20 maggio 2020

Truzzu e la ‘ripartenza’ lenta di Cagliari: “L’importante è mantenere le distanze”


“A prescindere dalla forma delle ordinanze, la parola d’ordine per tutti dev’essere: mantenere le distanze“. Il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, lo ripete più volte, ci tiene che questa regola entri nella testa di tutti i suoi concittadini per evitare che il graduale ritorno alla normalità venga interrotto con nuove misure drastiche. A Cagliari le riaperture della fase 2 arrivano col freno a mano tirato. Nel capoluogo si era registrato il 2 marzo il primo caso di coronavirus in Sardegna, l’imprenditore 42enne Carlo Tavinio è poi morto il 15 marzo: la prima vittima nell’Isola. In città il numero di casi positivi non è mai stato preoccupante, ma la soglia d’attenzione resta alta perché quando l’8 maggio la Regione aveva diffuso l’indice dei contagi nell’Isola era emerso che il capoluogo aveva un Rt superiore al tetto dello 0,5, sotto il quale venivano autorizzate le prime riaperture.

Era stato il presidente della Regione Christian Solinas a confermare che con quei numeri le attività commerciali del capoluogo non sarebbero potute ripartire subito, ma poche ore dopo il dato era stato aggiornato perché la Città metropolitana aveva chiesto di essere considerata un’unica comunità: in quella maniera i numeri erano stati spalmati su tutti i 17 Comuni e l’indice di contagio era rientrato sotto la soglia di preoccupazione. Ma non era stata una mossa per aggirare gli ostacoli: tutti i sindaci avevano deciso di rimandare le aperture, senza voler forzare la mano.

Ora che è ufficialmente cominciata la fase 2 in tutta Italia, a Cagliari si registrano delle misure più restrittive anche degli altri centri della Città metropolitana: restano sigillati i giochi per bambini nei parchi, non si possono riaprire i mercati all’aperto di merci che non siano cibo e fiori e sono vietati “gli assembramenti di più di due persone nei luoghi pubblici“. L’ordinanza del sindaco Paolo Truzzu è più rigida dei provvedimenti emanati dal presidente del Consiglio e da quello della Regione. “Abbiamo indicato un massimo di due persone solo per dare una definizione di assembramento – spiega il primo cittadino – per esempio, gli amici possono pure circolare in gruppo, ma devono sempre mantenere la distanza di un metro”.

LEGGI ANCHE: Fase 2, Truzzu tiene chiusa Cagliari: ‘Vietati gruppi con più di due persone’

Nonostante il decreto del presidente del Consiglio e l’ordinanza del presidente della Regione abbiano autorizzato l’apertura delle aree giochi, l’atto siglato del sindaco di Cagliari è più prudente: “È vietato l’accesso del pubblico alle aree gioco anche collocate nei parchi e nei giardini pubblici”. Dopo le difficoltà dei due mesi di isolamento, ora i bambini possono uscire liberamente di casa, possono andare in parchi e giardini, ma non possono salire sugli scivoli. “Le regole, così come sono adesso, rendono difficile poter riaprire le aree gioco: servirebbe una sanificazione quotidiana, con interventi costanti dopo l’utilizzo di ogni bambino e personale per i controlli: un sistema insostenibile per un Comune – spiega Truzzu -, ne abbiamo parlato coi colleghi perché è un problema molto sentito e c’è chi, come Decaro (sindaco di Bari e presidente dell’Anci, ndr.), non ha riaperto neanche i parchi. Ora l’Anci sta chiedendo correzioni e integrazioni al Governo per avere norme più chiare”.

Qualunque sia il motivo per cui i cagliaritani possano uscire di casa, ora che non servono più le autocertificazioni e stanno riaprendo le attività commerciali, il primo cittadino vuole che rispettino la più importante delle regole: “Lo ripeto, bisogna mantenere tutti le distanze di sicurezza”.

Marcello Zasso