Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nuovo stadio, appello dei sindacati

Fonte: L'Unione Sarda
17 settembre 2009



«Il rilancio dello sviluppo e dell'occupazione nella provincia di Cagliari passa anche attraverso una ripresa degli investimenti nelle grandi infrastrutture del cagliaritano, molte delle quali sono oggi ferme per ragioni burocratiche, pur essendo già cantierabili». È, in sintesi, l'appello che Cgil, Cisl, Uil e le Federazioni delle Costruzioni (Feneal-Filca-Fillea) fanno alle massime istituzioni regionali, provinciali e comunali.
DISOCCUPAZIONE I sindacati partono dalla disoccuppazione (l'11,3%) e dalla crisi dell'edilizia che ha registrato, secondo i dati della Cassa edile, una perdita di oltre mille posti di lavoro nell'ultimo semestre. Da qui la sollecitazione ad accelerare alcune opere tra cui il Campus universitario, il parco archeologico di Tuvixeddu, l'impianto museale da costruire a Cagliari, la pedonalizzazione del Poetto, gli interventi sulla edilizia scolastica e altro ancora. Per i rappresentanti dei lavoratori è necessario che siano rispettati i tempi per il completamento delle statali 195 e 125, della metropolitana nell'area vasta di Cagliari, e per realizzare i progetti dell'Ospedale Marino e del nuovo Stadio.
Altrettanto necessario, a giudizio dei sindacati, è il recupero urbanistico dei centri storici, a partire da quelli di Cagliari e Quartu, che, tra l'altro, consentirebbe di accrescere l'occupazione nel settore edile in modo consistente, anche dal punto di vista qualitativo.
Tutte queste opere, sottolineano i rappresentanti provinciali dei sindacati, non sono fini a se stesse ma sono funzionali all'idea di sviluppo che si vuole proporre per la provincia e per Cagliari, capitale nel Mediterraneo. È altrettanto impensabile proporre la città di Cagliari, oggi piena in molte parti di incompiute che ne deturpano la bellezza, al turismo crescente anche grazie all'arrivo delle navi crociera, se non si punta a renderla più vivibile e accogliente. Infine è necessario dare un'ospitalità decente, con strutture adeguate, alle migliaia di universitari fuori sede che vivono in città, spesso abbandonati ad affittacamere in nero.

17/09/2009