Rassegna Stampa

Il Sardegna

Cagliari capitale dell'inflazione ecco la storia di 4 anni di rincari

Fonte: Il Sardegna
17 settembre 2009

La statistica. Dal 2006 l'aumento dei prezzi ha colpito i beni di prima necessità come pane e pasta

Eppure il costo del grano duro continua a scendere. L'accusa: manovre speculative

Roberto Murgia cagliari@ilsardegnablu.it ¦

Magari non interesserà chi è a dieta, ma negli ultimi cinque anni sono stati proprio pane e pasta ad aver incrementato di più il prezzo al consumo. L'Ufficio statistiche del Comune di Cagliari, lo dice.
PANE E PASTA, nemici di chi è sovrappeso, pur sempre alimenti di prima necessità. Se nel 2006, un chilo di pane costava due euro, ora ce ne vogliono due e sessanta in media. Quanto alla pasta, 1,15 nel 2006 e 1,69 ad agosto di quest'anno. Una buona notizia per i produttori? Per niente. Perché, a fronte del salasso finale, il prezzo del grano (22 centesimi) continua a scendere, nel Cagliaritano, in Sardegna, in tutta Italia. Tanto che la Coldiretti non ha voluto dire la sua: «Il grano duro viene pagato oggi 22 centesimi al chilo agli agricoltori, mentre la pasta è venduta in media a 1,5 euro al chilo, con una moltiplicazione di oltre il 400% dal campo alla tavola, se si considerano le rese di trasformazione». 1,5 euro in media in tutto il Paese. Cagliari, con i suoi 1,70 euro per un chilo di pasta, va molto al di là della media nazionale. Certo, «non bisogna farsi incantare dalle marche più famose, perché sono le più care», commenta Michele Pipia di Codacons, e poi ci sono sempre i discount, «dove si può trovare un buon rapporto qualità prezzo. Quanto al prezzo del pane, alcuni panettieri cagliaritani l'hanno alzato quest'anno, una volta per tutte». Va bene, quindi, la spesa intelligente. Ciò non toglie, continua la Coldiretti, che «i prezzi pagati agli agricoltori per i prodotti agricoli in campagna sono in forte calo per tutte le categorie e di conseguenza l'andamento crescente dei prezzi al consumo degli alimenti non è giustificabile se non con la presenza di manovre speculative». Tutto questo nonostante i produttori di pasta avessero ricevuto un avvertimento. «I prezzi al consumo di pane, pasta e cereali sono aumentati nonostante - denuncia Coldiretti - la multa di 12,5 milioni dall'Antitrust al cartello dei produttori di pasta». Sempre in tema di beni di prima necessità, anche l'olio extravergine di oliva non fa sconti: da sei e cinquanta nel 2006 a quasi sette euro quest'anno.
INTERESSA di sicuro i neo genitori il fatto che, a Cagliari, in cinque anni, il prezzo del latte in polvere è aumentato di più di due euro. Da 13,50 euro al chilo, a 15 e ottanta. Il costo dei pannolini, invece, alto comunque, è rimasto stazionario. Qualcosa, addirittura, costa meno: pomodori da insalata (da 1,71 a 1,60), e zucchero (da 1,08 a 1,03), per esempio. E poi detersivi (per piatti, da 1,54 a 1,52) e docciaschiuma (da 1,88 a 1,80). Resta invariato - ma qui il discorso è diverso perché comandano le quotazioni del petrolio - il prezzo del gasolio (se non si considera il picco del 2007 quando superò i tredici euro al litro). Nel 2006, 11,32 euro al litro, 11 e cinquanta tre anni dopo. La verde si fa pagare un euro e cinquanta in più: da 12,27 a 13,93. Nel 2007, però aveva già toccato i 13,74 euro. Cattive notizie, infine, per chi è un abitudinario della colazione al bar. Perché caffè e pasta nei bar cagliaritani costano un euro in più rispetto a cinque anni fa. L'inflazione invece non disturba la pizza con gli amici. Sette euro in media, si pagavano nel 2006, quanto si pagava ad agosto di quest'anno. ¦


Coldiretti: aumenti folli su alimentari e bevande

Ad agosto ¦
¦ «Nel mese di agosto, si è verificato - osserva la Coldiretti - un aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo nella filiera alimentare, lungo la quale i prezzi aumentano in media quasi cinque volte. In generale, per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben sessanta centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all’industria alimentare e solo diciassette centesimi agli agricoltori. Gli italiani spendono 205 miliardi all’anno in alimenti e bevande (141 miliardi in famiglia e 64 fuori) che rappresentano ben il 19 per cento della spesa familiare ed è quindi necessario - conclude la Coldiretti - interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica ». Lo afferma la Coldiretti nel commentare i dati relativi all'inflazione nel mese di agosto pubblicati dall'Istat.