Rassegna Stampa

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Apocalypse mum speciale “Io sto a casa”: da lavoro agile a equilibrio fragile è un attimo

Fonte: web Vistanet Cagliari
24 marzo 2020


Apocalypse mum speciale “Io sto a casa”: da lavoro agile a equilibrio fragile è un attimo
Alzi la mano chi non ha mai pensato: “Ah che bello sarebbe lavorare da casa!”. E adesso che tra un “Mamma devo fare la cacca” e un “Mamma la scarpa di Barbie è finita sotto il divano” cerchiamo di rispettare le scadenze, pensiamo che lo smart working, è smart sì, ma non con le scuole open.

  
Avvertenze prima dell’uso. Attenzione: testo ironico, del tutto privo di velleità polemiche, scritto per sdrammatizzare una situazione difficile. Trattasi di ironia, nessuna delle misure prese per contenere la diffusione del virus è messa in discussione, nuocerebbe gravemente alla salute.

La nostra vita avrà un nuovo spartiacque: a.C e d.C, avanti Covid e dopo Covid (Beata l’ora!). Intanto però c’è il durante. Come non ricordare l’agghiacciante annuncio di Conte: “SCUOLE CHIUSE FINO AL 3 APRILE”? E il boato all’unisono di straziante terrore materno e debordante giubilo studentesco che ha attraversato l’aria dalla Troposfera all’Esosfera e forse anche oltre fino a qualche altra lontana galassia. Sì esatto un’altra galassia, quella dove ci sarebbe piaciuto emigrare. Non nascondiamoci dietro un dito di polvere, ci è venuto un colpo. Perché noi madri dotate di catastrofica lungimiranza ce la siamo figurata subito la casa coi figli dentro h 24. Scenario post bellico: cassetti semi aperti che rigurgitano biancheria, fosse comuni di pennarelli e pastelli, pavimenti disseminati di Lego come mine ludiche, relitti di merendine, macerie di plastilina e persino l’ospedale da campo fatto coi cuscini del divano sconquassato e le lenzuola fresche di bucato. Ma calma e gesso, ci siamo dette. Anche noi siamo a casa e possiamo farcela. Si lavora da casa, FINALMENTE, non è quello che volevamo? Basta organizzarsi e mettere le cose in chiaro: «Ragazzi, la mamma deve lavorare, quindi voi fate i compiti o giocate e lei lavora». Ma come diceva Elio, tra il dire e il fare c’è di mezzo “E il”.

Io vi vedo armate di matita, no, penna no, perché sotto sotto già sapete che cancellerete, che buttate giù un fantastico specchietto (che non abbindolerà manco l’allodola meno scaltra) con tutte le attività vostre e dei pargoli ben organizzate per fasce orarie. Sveglia mamma h 6.30, sveglia figli h 8.30..Andiamo su, siate realiste, ma davvero pensate che quei demoni con cui dividete la casa, che ogni mattina dell’era a.C. vi hanno fatto dannare per svegliarsi alle 7 ora che possono dormire, lo faranno? Saranno sull’attenti alle 6.45 affamati di colazione, con un’irresistibile voglia di chiacchierare che svanirà esattamente quando voi nel pomeriggio avete stabilito di interrogarli in storia, era per le 16.30, vedrete allora che mutismo. Ok, pazienza, se si svegliano presto vuol dire che interrompiamo il lavoro al PC e prepariamo la colazione, pasto che loro avendo contezza di tempi dilatati consumeranno in circa 90 minuti, lasciando le madri avide di rimettere in ordine, sospese nel limbo dell’ “Aspè, sto ancora mangiando”.



Allora voi ne approfittate e fate quella telefonata importante che vi aveva chiesto il capo, che contava su di voi per convincere il cliente ad ampliare il suo contratto. Lo ha chiesto a voi, perché donne efficienti e organizzate, concentrate sul lavoro cosa apprezzatissima dal suddetto cliente. E proprio mentre lui vi sta dicendo che sì, lo raddoppia quell’ordine, da un angolo remoto della casa si sente un implorante “Mamaaaaaa, devo fare la cacca” e mentre tra voi e il cliente scende il gelo, cominciate a pensare che forse il vostro ufficio non è poi così male. A quando mentre avevate praticamente finito un lavoro e vi mancava solo di salvare, dovete interrompere per andare a cercare la scarpa di Barbie, quel minuscolo sandaletto fucsia che avete stanato da sotto il divano, il gatto si è fatto una bella passeggiata sul portatile incustodito e vi ha cancellato il lavoro di un’ora. A quel punto, dopo esservi scoperte a rimpiangere persino il vostro collega più tignoso, rimandate tutto al dopo cena quando tutti saranno finalmente addormentati e voi potrete finalmente lavorare in santa pace. Ah Ah Ah..

Ma come? Ci state credendo davvero? Davvero pensate che alle 22 a casa ci sarà silenzio? DOMANI NON C’È SCUOLA, NON VOGLIO ANDARE A LETTO PRESTO. E va bene, se vanno a letto tardi, domani si alzeranno tardi. E così madri fiduciose in un futuro traditore ci rassegniamo a metterci a lavorare quando Cenerentola di solito se ne deve andare. E dopo essere andate a letto tardissimo, convinte che l’indomani ci sveglieremo TUTTI tardi, ancora alle 6.45 i soldatini saranno sull’attenti a chiedere colazione e parole a una madre stravolta che avrà davanti ancora un loop da incubo. E a quel punto con nostro incredibile stupore ci renderemo conto di stare rimpiangendo anche il nostro capo. Persino lui. E no, non lo invochiamo più il lavoro agile, perché in questo momento l’equilibrio è già fragile. Le scuole sono chiuse, i figli a casa, si lavora, perché si deve lavorare, ma per favore non chiamatelo agile, chiamatelo “elephant working”, lavoro pachidermico, “situazione lavorativa complicata da complicazioni complesse”, perché siamo “solo” multitasking, per trasformarci nella Dea Kalì ci stiamo attrezzando.